Corriere della Sera

Il caso dell’assessore che insulta la Roma

Il senatore pd, juventino, canta in radio: «Squadra di m...». La città si arrabbia Lui si giustifica: «Ma ho parlato bene di Totti». E il sindaco lo chiama per sgridarlo

- Ernesto Menicucci

Nella folle estate romana ci mancava solo questa. Un assessore ultrà juventino che, alla radio, si diverte a canticchia­re « Roma m... » . E che poi, di fronte alla bagarre che si scatena sui social e non solo, nel tentativo di minimizzar­e aggiunge: «Ma non ce l’avevo con la città, solo con la squadra di calcio. Ma ho anche parlato bene di Totti...». L’assessore in questione è Stefano Esposito, senatore Pd, chiamato da Matteo Orfini a « rinforzare » la squadra del sindaco sotto «tutoraggio» Ignazio Marino, ma la sua scivolata sulla classica quante volte lo avrà gridato? «Eh, tantissime». Il coro, come fa? Gli chiedono. Esposito canta: «E Roma m..., Roma, Roma m...». Poi, nel corso della trasmissio­ne, l’assessore spende effettivam­ente parole dolci per il capitano gialloross­o («è la cosa che invidio alla Roma») ma scivola di nuovo sulla conoscenza dei bus romani («il 64? Non so il percorso») e dei taxi («quanti sono? Non lo so, troppi»). Ma quel che resta, alla fine, è la bufera sul coretto da stadio. Il centrodest­ra lo attacca (e su twitter Esposito litiga con Francesco Storace, La Destra, col consiglier­e regionale di Fi Antonello Aurigemma e con l’ex sindaco Gianni Alemanno), ma anche da sinistra fioccano le critiche. Il gruppo di Sel, in Comune, chiede le sue «dimissioni». Massimo D’Alema, romanista doc, commenta all’Ansa: «L’assessore Esposito chieda scusa a quella larga parte della città che ha offeso. E se non lo fa lui, in suo conto lo faccia il sindaco Marino». Anche l’ex caposegret­eria di Marino, Enzo Foschi, lo rimbrotta: «Adesso faccia camminare gli autobus, sennò qualcuno je mena davvero».

E Marino? Ancora Oltreocean­o (sbarcherà oggi a Fiumicino) il sindaco segue a distanza, come dentro un acquario, l’ennesima polemica. In Campidogli­o raccontano di una sua telefonata ad Esposito per «tirargli le orecchie», il senatore dem smentisce la ricostruzi­one: «Non l’ho sentito. Neppure per messaggio. Mi ha chiamato solo una persona del suo staff, dicendo: “Hai fatto arrabbiare mezza città”. Gli ho risposto: l’altra metà sarà contenta » . Esposito non fa marcia indietro, non ritratta, non chiede scusa: «Scuse? E perché? Ho parlato del mio passato, di quando avevo 16 anni. Scusate se ho un passato... Capirei se fossi andato alla partita RomaJuve, domenica scorsa, a gridare Roma m..., ma parlo di cose di 30 anni fa. Non metto più piede allo stadio da quando andai all’Heysel». Finale di Coppa dei Campioni, Juventus-Liverpool, 1985, dove morirono 39 persone. Esposito aggiunge: «Sono abituato a dire la verità, non a mentire a piacere. E quello che ho detto su Totti è la riprova che non ho insultato nessuno».

Marino, oggi, atterrerà nella Capitale (e andrà alla manifestaz­ione antimafia sulla piazza Don Bosco, a Tuscolano, che ospitò il funerale show dei Casamonica) dopo 19 giorni di ferie. Il 15 agosto, nell’ultimo videomessa­ggio su Facebook, aveva parlato di «pochi giorni di vacanza». Prima, la giunta «politica», per riprendere le fila dell’azione amministra­tiva. E provare a rispondere al nuovo affondo di Renzi: «Ai cittadini non interessan­o le pedonalizz­azioni, ma che le strade siano pulite e senza buche».

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