L’ASSESSORE TIFOSO CHE GOVERNA CON LA RISSA
Èjuventino e grida fiero «Roma merda». E pazienza, lo fanno pure i laziali. È pro-Tav, s’indigna nonstop per gli eccessi di alcuni contrari, ma racconta lieto di aver partecipato a risse da stadio. E non va bene in generale. Ma il problema vero di Stefano Esposito, deputato pd e nuovo assessore ai Trasporti della capitale, non pare tanto quel che dice e fa quanto ciò che non sa. Che considera, sembra, dettagli, e invece son questioni essenziali.
E insomma, il torinese juventino fan delle grandi opere ignora, ritenendola forse una quisquilia, l’esistenza del 64. Bus che va da San Pietro a Termini ben noto ai romani esasperati, ai borseggiatori avveduti, ai turisti derubati. Esposito non sa poi quanti sono i taxi a Roma; non se ne è interessato perché tanto «non sono incazzati con lui»; sa solo di volerne moltissimi in più, perché lui è «newyorkese». Grazie al cielo, non si è dichiarato tifoso dei Mets, aggiungendo commenti fecali sui Boston Red Sox. Ma non basta, a Roma, in questa brutta fase.
Anzi, fare il neoassessore in modo così scanzonato pare controproducente. Il romano medio che segue la presunta cosa pubblica della sua città tende a non apprezzare l’attivismo di Esposito; che pare consumarsi tutto su Twitter (passa parte della giornata a mandare gente a quel paese via social network).
Ancor meno il suddetto romano proverà entusiasmo per la sua intervista alla Zanzara di Radio24 e alle sue risposte romamerdiste e disinformate a Giuseppe Cruciani. Ma poi: come può pensare un parlamentare arrivato da poco in uno degli assessorati più pazzi del mondo di uscire vivo dalla Zanzara? E poi, e soprattutto: perché Esposito? Per pasticciare ulteriormente il pasticciaccio del Campidoglio? Per risolverlo con una bella rissa? O è stata pure quella un’idea della Zanzara? È ancora: «Roma m.» lo diciamo spesso, a Roma, non per via del calcio. Esposito, di questo passo, rischia di contribuire.