Corriere della Sera

Cuore, emozioni tutti a correre insieme a Valentino

- Giorgio Terruzzi

Pubblichia­mo un estratto del libro di Giorgio Terruzzi «Grazie Valentino» nelle librerie da oggi. Si va tutti insieme, il semaforo spento, alé. Si va con un cuore che pompa, con un presentime­nto che è meglio non dirlo, con un gusto nella gola, aggrappato ai freni anche lui, mentre planiamo sulla staccata della prima curva. Unghie infilate alla juta del divano, un filo di sudore sulla schiena, la testa che piega, qua e là, come se fossimo tutti in sella, in lizza, ma pensa te. Dovresti vederlo lo spettacolo che fai, lo spettacolo che siamo, mentre sei. Volti, gesti e parole alimentano una bagarre speculare a quella che affronti tu. Una corrispond­enza magnifica e maestosa perché profumata di umanità, di respiri e odori, di una gioia che riguarda ciascuna anima in viaggio. Persone, ecco. Ciascuna portatrice di una storia che in qualche modo ti riguarda. Così, ti scrivo per dirti grazie. Ma sì, chissenefr­ega di ciò che sarà tra un’ora, domani, a dicembre. Ti scrivo perché abbiamo a che fare con un piacere inaspettat­o. Una festa prolungata a sorpresa. E dentro questa storia così divertente e piena di segni, sguardi, parole, c’è un insegnamen­to buono per ciascuno di noi. C’è la voglia di provarci, una voglia che non muore perché morire non deve, non può. Ciò che serve a

«Grazie Valentino – Lettera a un campione infinito» di Giorgio Terruzzi, Rizzoli editore, 12 euro

Valentino per darci dentro ancora, serve, servirebbe a me, al mio amico, a quel signore che passa per strada, per non arrendersi alla noia, alla monotonia, ai propri difetti. Serve far fatica, serve farsi un mazzo così. Ma è un sudore che ritorna e trasforma. Andiamo avanti, caro Valentino, velocement­e ma anche più piano. Pronti ad accettare che vincano gli altri, ad accogliert­i con un abbraccio caldo nel caso tu dica: ragazzi, pazienza. Tanto sappiamo chi sei, chi siamo. Una folla sterminata che si riconosce, sempre si riconoscer­à. Cosi, grazie, Valentino. Con orgoglio e una benevolenz­a da tifo incondizio­nato al punto da mettere da parte la percezione dei tuoi difetti, la voglia di vederti maturo, più adulto, talvolta, disposto a schierarti su un tema sociale, politico, ambientale. Niente che ti riguardi, al momento, niente che ci riguarda, al cospetto di ciò che già sei e rappresent­i. Un ragazzo che si diverte e che, divertendo­si, ci conforta. Un campione che si impegna e che, impegnando­si, ci concede il piacere di un disimpegno colmo, di una suggestion­e che ci porta a razzo, in piega perfetta, dentro i nostri lunedì.

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