UNA PARTITA NON CHIUSA
Dopo troppe vite perdute, il ciclone migranti che si è abbattuto sull’Europa ha finalmente prodotto proposte concrete. Sull’obbligatorietà delle quote di accoglienza in ogni Paese della Ue, sull’adozione di regole comuni per la concessione dell’asilo, sul conseguente superamento degli accordi di Dublino. L’iniziativa nasce formalmente da una intesa franco-tedesca, ma non è un mistero che in realtà sia stata Angela Merkel a prendere a bordo il presidente francese. L’Italia, esclusa questa volta dalla formula tradizionale dell’asse Berlino-Parigi dopo il documento d’indirizzo sottoscritto il giorno prima dai tre ministri degli Esteri, può egualmente dirsi soddisfatta nel vedere recepite le sue richieste di mesi e di anni. Ora si aprirà in sede europea un dibattito che promette scintille e che non garantisce successi, ma i toni usati di nuovo ieri dalla cancelliera tedesca confermano che l’emergenza migranti ha regalato all’Europa una Merkel nuova di zecca. Una Merkel che ha fretta, coraggiosa e disposta a rischiare in proprio, più solidale e meno rigida sul rispetto delle regole di quanto si fosse mai visto in campo economico - finanziario. Alcuni dei motivi che stanno all’origine della svolta sono facilmente intuibili.