Corriere della Sera

La Procura ha aperto un fascicolo sul decesso avvenuto nelle campagne di Andria

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la paga è 49 euro».

Su questa differenza si stanno interrogan­do in procura, a Trani, cercando anche di far luce sul gioco degli acconti e dei saldi contabiliz­zati in busta paga dalle agenzie interinali alle migliaia di braccianti che — in Puglia e non solo — lavorano come la sfortunata donna tarantina un’intera giornata nei campi per portare a casa poche decine di euro. Paola, come si legge nella sua busta paga, nello scorso mese di novembre ha visto contabiliz­zare a saldo appena 257,38 euro. Perché nella parte alta dello stesso cedolino sono evidenziat­e trattenute per acconto stipendi pari a 727 euro che portano il totale trattenute a 829 euro e il saldo finale a 257 euro dai 1.489 euro lordi. La busta paga di dieci mesi fa era a carico dell’agenzia per il lavoro Quanta. «Ma quando la signora Clemente è morta — specifica l’avvocato Vito Miccolis che assiste il marito di Paola I documenti Paola Clemente, la bracciante morta ad Andria, a novembre 2014 ha visto contabiliz­zare a saldo della sua busta paga appena 257,38 euro. Perché nello stesso cedolino sono contabiliz­zate trattenute per acconto stipendi pari a 727 euro che portano il totale trattenute a 829 euro e il saldo finale a 257 dai 1.489 euro lordi iniziali (in alto dettagli della busta paga) — lavorava per Inforgroup: abbiamo fiducia che anche in tal caso la procura farà piena luce su eventuali meccanismi di acconti e saldi».

Per intanto vogliono vederci chiaro i sindacati: «Sollevammo il problema lo scorso 8 luglio — spiega Deleonardi­s — quindi prima ancora della morte di Paola, perché diversi lavoratori, una sessantina, vantano crediti di circa 500 euro che, pur presenti in busta paga, non sono mai stati corrispost­i». E nei giorni scorsi, il primo settembre, la Flai Cgil ha dato l’ultimatum a Quanta: «Premesso che l’aspetto retributiv­o e relativi conguagli dei lavoratori assunti è in capo all’agenzia e non alle aziende utilizzatr­ici

— si legge nella lettera inviata all’agenzia interinale con sede a Milano — che, come da voi comunicato­ci, si erano assunte l’onere di conguaglia­re ai lavoratori il dovuto, non avendo i lavoratori a tutt’oggi ricevuto alcun rimborso, se entro 5 giorni non avremo notizie positive in merito, ci vedremo nostro malgrado costretti ad

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