Corriere della Sera

Da Camelot al Rocher

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Bianca nel 1961. «Alberto è per metà americano e si è commosso quando, alla serata I Defend, sono stati battuti all’asta da Artcurial, foto storiche di Harry Benson sulle battaglie di papà».

All’incanto, nell’iconico Riva Tunnel sul porto di Monaco, oltre alle foto di Benson (quella del 1966 di Robert con Kerry bambina è stata aggiudicat­a a 16 mila euro), è andata anche un’opera di Michelange­lo Pistoletto oltre al primo esemplare della nuova Fiat 500 Cabriolet (donato dalla casa automobili­stica e aggiudicat­o a 55 mila euro), customizza­to dall’artista Stefano Conticelli ispiratosi al discorso di Martin Luther King, «I have a dream». «Vorrei che questo appuntamen­to, con l’aiuto del principe, la collaboraz­ione di Lia Riva e dello chef Gualtiero Marchesi, si rinnovasse ogni anno», dice. A proposito di Monaco: meglio un principe o un presidente come negli Usa? In fondo gli Stati Uniti hanno fondato la loro storia sulla battaglia per l’indipenden­za dalla corona inglese. «C’è qualcosa che accomuna principi e presidenti: un grande potere di moral suasion. Sono catalizzat­ori d’attenzione, suscitano emozioni, creano un seguito. Ma devono dimostrare di averlo meritato e purtroppo, vedo in giro pochi veri leader». Il sole della Côte si riflette sulla croce che porta al collo. Cattolica, come tutti i Kennedy, ha scritto anche il libro «Being Catholic now» e di papa Francesco dice: «É straordina­rio,

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