Gli smartphone sanno pesare e gli orologi (ri)diventano tondi
La Polaroid torna a stampare, ma senza inchiostro. La tecnologia touch cambia e diventa «force», i comandi cambiano in base all’intensità del tocco: tutte le novità della Fiera di Berlino
o smartphone che ci dice quanto pesa un’arancia e gli orologi intelligenti che i produttori di dispositivi stanno tentando in tutti i modi di trasformare in accessori di tendenza. Schermi sempre più definiti, tablet sempre più potenti e uno sguardo al passato, con la Polaroid che torna a stampare senza bisogno di inchiostro. L’Ifa, fiera di tecnologia attualmente in corso a Berlino, a tutto fa pensare tranne a una saturazione del mercato che i 7,2 miliardi di Sim in circolazione, più di una per ogni abitante del pianeta, sembrerebbero suggerire. I marchi continuano a spingere, cercando di ingolosirci con lanci e rilanci a distanza di pochi mesi. Nel mondo ci sono in circolazione 7,2 miliardi di Sim card. Il telefonino cellulare, o semplicemente cellulare, fu inventato da Martin Cooper, direttore della sezione Sviluppo e ricerca della Motorola: la prima telefonata avvenne il 3 aprile del 1973. Il primo modello arrivò 10 anni dopo e costava 4 mila dollari pesa. La data d’uscita e il prezzo proprio della versione con il touch potenziato, però, non sono stati resi noti. buttato nella mischia l’aggressivo Predator, tablet da 8 o smartphone da 6 pollici per gli amanti dei videogiochi, mentre sul fronte Windows 10 è Lenovo a far concorrenza al Surface di Microsoft con il 12 pollici Miix 700. Polaroid ha puntato, come le si confà, sull’effetto nostalgia: la fotocamera Snap scatta con un sensore da 10 megapixel e stampa la fotografia. Non è necessario l’inchiostro, grazie a un sistema di attivazione dei colori con il calore, e fra le varie modalità di scatto disponibili c’è, ovviamente, quella vintage. Se Polaroid insiste sul (suo) passato, Gigaset prova a non perdere il treno del presente. Il marchio tedesco di telefonia fissa ha svelato alla vigilia della kermesse berlinese i suoi primi tre smartphone: Me, Me Pro e Me Pure, con il Pro da 5,5 pollici con processore Snapdragon 810 e fotocamere da 20 e 8 megapixel che potrebbe incuriosire gli utenti attenti alle novità nella fascia alta del mercato. La mossa dei tedeschi, ormai praticamente inevitabile, si basa sul sistema operativo Android, altra scelta praticamente obbligata nonostante gli ultimi dati di Kantar WorldPanel mostrino un robottino verde in calo nei principali Paesi europei. Nonostante continui a caratterizzare il 75% dei dispositivi venduti in luglio, il sistema operativo di Google ha ceduto nel Vecchio Continente il 4%, mentre i rivali iOs e Window crescono intorno al 2,5%. Poco meno di 25 mila segnalazioni in poco più di cinque anni, 4.230 dall’inizio dell’anno (e 109 solo nell’ultima settimana). La piattaforma Iris, acronimo che sta per Internet Reporting Information System, è stata lanciata a Venezia nel 2009 come interfaccia tra gli enti locali ed i cittadini. E, stando ai numeri nella sezione «Statistiche» del portale, è diventata uno strumento efficace di dialogo tra il Comune ed i veneziani. Merito della sua semplicità: i cittadini tramite un form sul sito di Iris possono portare all’attenzione del Comune della città ciò che non funziona come dovrebbe tra calli, ponti e canali. Si va da un lampione malfunzionante a una buca da riparare, da una barca abbandonata alla spazzatura non ritirata. Ma anche graffiti, servizi igienici sporchi, barriere architettoniche, ristagni. Tutto ciò che il Comune deve rimettere a posto in fretta: grazie alla piattaforma l’amministrazione locale è aggiornata in tempo reale sui disservizi nel territorio. Le segnalazioni devono essere geolocalizzate ed è anche possibile, volendo, allegare delle fotografie per spiegare meglio lo stato del problema: la richiesta sarà girata direttamente all’ufficio competente per la tipologia scelta. Infatti dall’altra parte della piattaforma non c’è solo il Comune di Venezia ma anche Veneto Strade, Società Autostrade Venezia Padova, la multiutility veneta per le risorse idriche Veritas, l’ufficio per la manutenzione urbana Insula, la società del patrimonio per la mobilità Pmv. Le richieste vengono raccolte in sezioni specifiche visibili all’interno del sito attraverso le quali gli utenti possono verificarne lo stato, che passa attraverso tre step: inserita nei database Iris (con una fascetta rosa), presa in carico dagli uffici competenti (fascetta gialla), conclusa e risolta (fascetta verde). Secondo le statistiche del sito ad oggi 19.456 segnalazioni hanno la fascetta verde, su un totale di 24.819 ricevute. Tutte le richieste sono visibili nella piattaforma e chiunque può leggerne le schede. E, anche, intervenire in prima persona: è possibile lasciare un commento, proporre un suggerimento per risolvere il problema, votare con un «+1» se ritiene utile la segnalazione. Iris così diventa anche un grande database che fotografa la situazione della città e tiene aggiornati i veneziani sullo stato del centro. È anche utile, per gli enti locali, per capire quali sono i problemi più ricorrenti a Venezia: stando ai dati raccolti dalla piattaforma poco meno del 20% delle segnalazioni ricevute riguarda le condizioni di strade e ponti tra buche e dissesti. Poi ci sono i rifiuti (16,8% del totale) e il verde pubblico (14,9%). Quello che dà meno problemi? La segnaletica di navigazione, oggetto dello 0,06% delle segnalazioni.
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