Unicredit stringe sui costi Spunta il piano esuberi
No comment della banca sui 10 mila tagli, soprattutto in Germania
In occasione dei conti semestrali di inizio agosto l’amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, aveva annunciato che sarebbe intervenuto sui costi «per sostenere la redditività e rafforzare il capitale: gli obiettivi del piano sono diventati più impegnativi a causa del materializzarsi di diversi fattori esterni». Ora, secondo indiscrezioni di Bloomberg, l’intervento sui costi passerebbe dalla riduzione di circa 10 mila dipendenti sui 147 mila del gruppo, poco meno del 7% della forza lavoro.
La Borsa ieri ha reagito positivamente ai rumors con un rialzo del titolo del 3,4% a 5,88 euro. «Non faccio nessun commento», ha detto Ghizzoni, «perché presentiamo il piano a novembre o entro fine anno. Ci stiamo lavorando. Non abbiamo numeri concreti». L’intervento sui dipendenti — da completare entro il 2018 — dovrebbe essere concentrato in particolare sui corporate center, cioè sulle strutture centrali e di holding, soprattutto in Germania e Austria, i Paesi in cui il gruppo — dopo l’Italia — è più presente, attraverso Hvb e Bank Austria: si parla di circa 7 mila uscite che si sommano ai 2.700 esuberi già annunciati nel piano e concentrati principalmente in Italia, già concordati con i sindacati sotto forma di uscite volontarie. Ora la cifra in Italia potrebbe essere elevata di circa 400 unità. «Vigileremo che siano tutte su base volontaria, non accetteremo prepensionamenti obbligatori», ha commentato Lando Sileoni, leader della Fabi. Due giorni fa, a Francoforte, Ghizzoni ha spiegato che nel retail tedesco intende tagliare le filiali della metà ma puntando nello stesso tempo a crescere nel Paese e in Polonia (anche con acquisizioni). La cifra totale degli esuberi potrebbe anche crescere se si considera l’ucraina Ukrotsbank, in via di dismissione.
Ghizzoni deve fronteggiare un fronte di critiche — in particolare da osservatori esteri — circa l’alto livello dei costi e la scarsa redditività, nonostante 1,034 miliardi di utili semestrali. Più volte Ghizzoni ha dovuto smentire il ricorso a un paventato aumento di capitale, sottolineando al contrario la capacità della banca di generare capitale organicamente. A fine agosto — ha spiegato mercoledì Ghizzoni — il patrimonio (Cet1) è salito al 10,57%. Unicredit si sta anche preparando ai nuovi requisiti patrimoniali (Srep) che Francoforte comunicherà questo mese.
Ghizzoni «Presenteremo il piano a novembre, non abbiamo ancora i numeri precisi»