Corriere della Sera

Coop: «Cresce il potere di acquisto delle famiglie» Ma l’ipermercat­o soffre

- Fabio Savelli

Un potere d’acquisto per la prima volta, dopo anni, in migliorame­nto dell’1,5% frutto anche del bonus Irpef da 80 euro. Una riforma del lavoro buona, anche se «i posti non si creano con le leggi, semmai è necessario che le persone vadano in pensione». E un aumento — sembra scongiurat­o — dell’Iva tanto che «il governo ci ha assicurato che non scatterann­o le clausole di salvaguard­ia». Marco Pedroni, presidente di Coop Italia, ha fatto ieri il punto sulla grande distribuzi­one (il consorzio di cooperativ­e è prima per quota di mercato). L’occasione era ghiotta: il tradiziona­le rapporto sui consumi. Che denota un’Italia bipolare. Potremmo abbozzare il titolo del film: «La fine del ceto medio». Superando la «cetomedizz­azione» della società, definizion­e cara a Giuseppe De Rita che negli anni Novanta la coniò per descrivere la crescita di una piccola borghesia autonoma. Dallo studio emerge uno spaccato sociale interessan­te perché s’intravede per la prima volta un’Italia dinamica dopo sette anni di Grande Crisi seppur estremamen­te polarizzat­a su diverse dicotomie: giovani-vecchi, Nord-Sud, uomini-donne. La cartina di tornasole della sparizione del ceto medio sta tutta nel declino del modello dell’ipermercat­o: store con grandi metrature all’interno di grossi centri commercial­i. Una volta servivano per riempire il carrello fino all’inverosimi­le soprattutt­o nel fine settimana. Ora invece trionfano i supermerca­ti e i negozi di vicinato: scontrino ridotto al minimo, si compra soltanto il necessario. Fin qui le note dolenti. Quelle più positive segnalano come l’Italia sia in fase di ripartenza. Attenzione: nulla di statistica­mente rilevante ma potremmo coniare la metafora del trekking. Il Paese si sta sacrifican­do e sta risalendo la china. Certo la Grande Crisi ha lasciato cicatrici profonde: Coop dice che l’Italia ora è schizofren­ica, se tra Trento e la Calabria corrono più di 1.000 euro di differenza nella spesa mensile. E anche la forbice generazion­ale si è allargata in maniera tale che gli over 65 spendono in media più di 100 euro al mese per la spesa rispetto agli under 35.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy