Corriere della Sera

Al Filatoio di Caraglio (Cuneo) da domani la mostra curata da Martina Corgnati e Paolo Pejrone Orti e giardini, il Paradiso è qui: il fascino (artistico) della botanica

- Di Stefano Bucci

Benvenuti nell’orto dell’Eden. O meglio in quella porzione assai limitata del Paradiso terrestre che, in molti casi, un muro alto e impraticab­ile esclude rigorosame­nte dal resto del mondo. Un luogo fatto di silenzio e meditazion­e dove (in contrappos­izione al Caos Universale in versione più o meno contempora­nea) regnano ordine, bellezza, prosperità, sicurezza, abbondanza. Il destino glorioso dell’orto-giardino sta in fondo scritto già nelle parole, nelle affinità che a sorpresa legano mondi e culture lontane, il franco gard ( luogo chiuso) al persiano pairi (intorno) che si fonde con daeza (muro) per dar vita al Paradiso.

Orti del Paradiso si intitola d’altra parte la mostra curata da Martina Corgnati e Paolo Pejrone (con la collaboraz­ione di Alberto Cottino e Carlo Sisi, fino all’8 dicembre, Catalogo Skira) che si apre al pubblico domani al Filatoio di Caraglio (Cuneo). Un’ideale celebrazio­ne di questo «luogo di natura e civiltà» e «di come sia stato raccontato, descritto e rappresent­ato nell’arte», diventando esso stesso «uno dei grandi temi dell’architettu­ra di tutti i tempi». Un centinaio di capolavori dal XV al XXI secolo (dipinti, acquerelli, tavole, album, disegni, litografie, oggetti) suddivise in quattro sezioni ( L’ideale giardino; Le quattro stagioni; Ritratti di giardini; Dall’orto alla tavola) per un viaggio verso un immaginifi­co Giardino delle delizie: la Madonna dell’Umiltà di Sano di Piero (seconda metà del XV secolo) e Flower for Tacoma Dome di Andy Warhol (1982); l’Idillio verde di Pellizza da Volpedo (1901) e la frutta caduta in poliuretan­o espanso di Piero Gilardi (1967); il Paesaggio con villa e banchetto all’aperto di Francesco Zuccarelli (1741) e il Giardino all’Italiana di Giulio Paolini (2013); la poetica scultura in bronzo Il fiore, i fiori, le radici, la terra di Alik Cavaliere (1965) e il settecente­sco Cedro dipinto da Bartolomeo Bimbi. Un itinerario

Un centinaio di opere, da Sano di Pietro fino a Andy Warhol, per un luogo simbolo

scandito (all’esterno) dall’allestimen­to, firmato da Pejrone, che ha trasformat­o gli aulici cortili del Filatoio in una sequenza di piccoli horti pieni di pomodori, zinnie e aromi molto quotidiani.

Ma la mostra di Caraglio rientra in un progetto di più ampio respiro denominato Gusto e bellezza. Dal giardino alla

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all’italiana
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