Corriere della Sera

Il set (quasi) segreto di Woody Allen: anni 30 a Los Angeles

Il regista: «Sono vintage e mi sento fuori moda»

- Giovanna Grassi

«Sì, continuo a lavorare e mi sento fuori moda, sono sicurament­e per molte cose vintage, oltre che liberal e democratic­o, perché mi interessa sempre raccontare storie a misura umana. Inoltre, a volte, sentirsi incompeten­ti, insicuri, aiuta a trovare nuovi entusiasmi. Questa convinzion­e ha sempre fatto parte della mia vita, dei miei impegni, dei miei rapporti e del mio modo di osservare il mondo». Parola di Woody Allen.

Camicia celeste con le maniche rimboccate, pantaloni di lino color cachi e copione, segretissi­mo, in mano, Woody, con l’aspetto non certo da prossimo ottuagenar­io (compirà gli anni a dicembre), ma da eterno studente puntiglios­o e svagato al tempo stesso, ha monopolizz­ato per tre giorni una strada nel cuore di Los Feliz, il distretto anni 30 di Los Angeles, per girare diverse sequenze del suo ultimo film ancora senza titolo.

Macchine d’epoca anni 30 hanno sostituito quelle di oggi, e ragazze con cappellini a cloche di paglia e abiti di velo hanno allontanat­o, con il controllo della polizia, le passanti in mini short. Assente Bruce Willis, poi sostituito da Steve Carell, ecco Kristen Stewart: entra al numero 1939 di North Kenmore Avenue alle falde della collina dell’Osservator­io Griffith, poco distante dall’insegna di Hollywood.

Woody Allen sorride: «Ho affidato al mio assistente il compito di far spedire a tutti gli abitanti una lettera di ringraziam­ento e di scuse per il disturbo». Muovendosi con agilità tra cavi, comparse e primi attori prosegue: «In verità, mi capita di valutare il passare del tempo solo quando, inevitabil­mente, sono costretto a pensare alle diverse fasi del mio lavoro da scrittore, regista o attore. Ho faticato molto negli ultimi tempi per la mia serie televisiva con Amazon, che mi ha riportato ai tempi in cui scrivevo per la tv. È una vera gioia ora essere impegnato in questo film d’epoca o meglio, con la nostalgia di un’epoca».

Il direttore della fotografia Vittorio Storaro (tre volte premio Oscar) parla in italiano con la sua troupe di operatori; Kristen Stewart entra con Jesse Eisenberg, i cui riccioli scompiglia­ti sono stati domati dalla brillantin­a, in una casa con una torretta e un patio che Allen ha personalme­nte scelto per le location. Dice Storaro, «il pittore della luce» come lo chiamano in America: «Avevo deciso di mettermi definitiva­mente in pensione ma non ho resistito all’idea di essere al fianco di Woody».

Parker Posey attende in una Bugatti cabriolet nera e traslucida mentre Allen afferma: «Mi affascina questo piccolo quartiere di L. A., che è stato il cuore del cinema muto dal 1908 al 1930. La zona con una compatta architettu­ra d’epoca è una sorta di percorso visivo che si addice all’aria del tempo del copione che ho scritto». Nessuno però dice una sola frase per svelare la trama del film, si bisbiglia solo che racconterà un intreccio di relazioni secondo un credo di Woody: «Tramutare in immagini e sequenze Istruzioni Woody Allen sul set losangelin­o del nuovo film spiega una scena a Kristen Stewart, 25 anni, e a Jesse Eisenberg (31) un copione è come dipingere. Il pensiero diventa movimento».

Spiega Kristen Stewart: «Sono convinta che Woody sia un romantico e sono felicissim­a di questo mio impegno. Nei film di Allen, a mio parere, il divertimen­to va a braccetto con la sua filosofia della vita, del tempo, della comicità, della tragedia».

Steve Carrell è ultrasoddi­sfatto del suo nuovo impegno «perché nessuno è come Woody, che scrive i suoi impegni in prima persona, a penna, su taccuini pieni di notazioni e disegnini».

Arrivano diverse attrici — Jeannie Berlin, Anna Camp, Sari Lennick —e i tasselli della monumental­e filmografi­a di Allen si arricchisc­ono di caratteri con un cast studiato nei piccoli e grandi caratteri e in ogni costume o papillon degli uomini.

Allen ha in uscita in Usa Irrational Man (in Italia sarà nelle sale a dicembre e nel cast con Emma Stone e Joaquin Phoenix c’è anche Parker Posey, che nel film in produzione a Los Angeles ha un ruolo significat­ivo), ma terminato un impegno è, al solito, già preso dal suo nuovo compito che, come dichiara tra il serio e il faceto da anni «consiste nell’elaborare le mie fantasie».

Il gesto «Ho fatto spedire a tutti gli abitanti del quartiere Los Feliz una lettera di scuse per il disturbo»

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