Sidney Lumet accusa senza pietà la realtà virtuale della tv
Torniamo a parlare di Sidney Lumet: dopo La parola ai giurati e Onora il padre e la madre, ora accusa senza pietà la realtà virtuale della tv in Quinto potere ( Network, 76) che segue al quarto, per Orson Welles la stampa. Il film lasciò il segno e impressionò l’opinione pubblica in piena luna di miele catodica. Fu scritto da Paddy Chayefsky, noto autore di sceneggiati che sapeva di cosa si stava parlando, così come era consapevole Lumet, che aveva iniziato la carriera in tv e poi in teatro: tra 42 titoli Dito puntato Peter Finch in una scena di «Quinto potere», il film diretto da Lumet premiato con quattro Oscar moltissimi sono teatrali.
Beale, giornalista e presentatore tv, licenziato per bassa audience, dichiara in diretta di volersi uccidere, alzando vertiginosamente gli ascolti e venendo automaticamente riassunto. Metodo disumano di equiparare la qualità alla quantità, ben noto a tutte le televisioni del mondo, inclusa la nostra, che finirà in farsa tragico-grottesca: ma il mondo è solo un business. La globalizzazione emotiva del piccolo schermo è un tema che il cinema racconta con malcelata ansia di vendetta e col contrappeso di un melò a forti tinte dove i signori della truffa, gli executive, organizzano una tragedia solo per questioni di audience. Lumet (veniva dal successo di Quel pomeriggio di un giorno da cani) ci mette di suo il gusto drammaturgico che gli viene dal palcoscenico di Miller, Williams, O’Neill, Cecov, il sadismo dello show che must go on. Un gruppo di attori (non star…) eccellenti: da Robert Duvall (il direttore delle news) a Peter Finch (primo a conquistare l’Oscar postumo, come accadde a Heath Ledger), da Faye Dunaway, producer disposta a tutto in nome del successo, un ruolo ideale sulle misure di Barbara Stanwyck o Glenn Close, magari in una serie; e William Holden, in triste finale di partita. Dramma urlato (il tormentone di Finch «sono incazzato nero…» divenne di dominio pubblico) in cerca di sensazioni forti: piovvero quattro Oscar (Peter Finch, la Dunaway, la non protagonista Straight, la sceneggiatura). Quinto potere di Sidney Lumet Sky Cinema Classics, ore 11.50