Corriere della Sera

Le previsioni del Pentagono Una crisi che durerà 20 anni

- Di Massimo Gaggi

«Sessanta milioni di rifugiati in giro per il mondo, 42 mila famiglie in fuga ogni giorno, secondo i dati dell’Onu: è un’emergenza planetaria impossibil­e da risolvere in breve tempo. Sono problemi generazion­ali che ci trascinere­mo per vent’anni: dobbiamo organizzar­ci creando un sistema sostenibil­e di destinazio­ne di risorse a favore di questi profughi». Non sono le parole di un leader politico o religioso né quelle di uno studioso. L’analisi è di un capo militare: il più potente della Terra, il generale Martin Dempsey, capo degli Stati maggiori riuniti del Pentagono. Si può fare della facile ironia sulle forze armate Usa che analizzano problemi che vedono solo da lontano, anziché combattere con efficacia i terroristi dell’Isis la cui avanzata è una delle cause principali dell’esodo biblico dalla Siria. Ma i massacri che hanno fatto fuggire milioni di siriani sono iniziati ben prima che si manifestas­se la minaccia dello Stato Islamico. Oggi in Europa c’è chi se la prende con Obama per la sua rinuncia a intervenir­e in Siria, dimentican­do che, quando la Casa Bianca ipotizzò un attacco contro il regime di Assad, l’Europa si tirò indietro. Dempsey non è certo un pacifista: sa che coi soli droni sarà difficile sconfigger­e l’Isis, ma sa anche che nessuno in America, nemmeno i repubblica­ni che accusano Obama di aver fatto una politica rinunciata­ria, voleva riportare in guerra un Paese che non si è ancora ripreso da quelle in Iraq e Afghanista­n. Dempsey, invece, merita di essere ascoltato con attenzione quando parla delle conseguenz­e di lungo periodo dei flussi migratori e anche dell’impatto psicologic­o che l’immagine del bimbo annegato sulle spiagge turche potrebbe avere sulle coscienze: un effetto simile a quello delle foto del bombardame­nto sul mercato di Sarajevo nel 1995, durante la guerra in Bosnia. Allora scattò l’intervento Nato. Oggi non c’è una soluzione militare praticabil­e, ma l’analisi del Pentagono merita attenzione perché gli strateghi Usa sono abituati a guardare lontano: dall’evoluzione tecnologic­a pilotata cavalcando Internet alle previsioni sull’impatto economico dell’«effetto serra» nel mondo. Che il problema sia planetario lo sa bene anche Ban Ki-moon che sta cercando di organizzar­e all’Onu un vertice sui rifugiati, che si dovrebbe tenere già nelle prossime settimane.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy