A metà strada Grecia e Spagna: hanno accolto ondate di profughi, ma hanno eretto i loro muri
ne paga 25 mila per un visto. Quanto ai profughi dai Paesi in guerra, ha promesso di accoglierne 250 nei prossimi 2 anni, e vi sono state subito proteste di piazza. Ma anche fra le «fortezze», non passa giorno senza uno scarto: poche ore fa, Bratislava e Praga — che aveva numerato 2000 profughi con sgorbi di pennarello — hanno annunciato l’apertura di un «corridoio ferroviario di solidarietà» verso la Germania per i profughi siriani.
Poi ci sono i «duri» come la Polonia, l’Austria, il Regno Unito. Nel 2014 la Polonia ha ricevuto 2.318 richieste d’asilo, per il 34% da profughi ucraini, e ne ha accolto solo 6, più 11 «permessi limitati»: gli altri richiedenti sono in attesa. L’Austria ha dimostrato al Brennero, con i controlli sui treni poi interrotti, come interpreta Schengen. Il Regno Unito, fuori da Schengen, ha annunciato ieri sera che accoglierà «migliaia di profughi siriani». Ma prima di allora, ha minacciato di respingere anche i cittadini Ue senza contratto di lavoro.
A metà strada, in una specie di limbo, stanno Grecia e Spagna. Paesi di prima linea, hanno accolto centinaia di migliaia di migranti, e in via di principio non considerano le norme Ue una carta da parati: ma anche Atene ha eretto il suo muro con la Turchia, e anche a Madrid lo ha fatto nelle sue enclave africane di Ceuta e Melilla. Poi c’è la Francia: ora schierata con Berlino nell’apertura ai profughi, ma prima guardiana dei disperati arroccati sulle scogliere di Ventimiglia, e di quelli di Calais. Ha la porta socchiusa: ma fino al marzo 2014 non accoglieva i profughi ucraini perché classificava la loro terra come «Paese sicuro». Al Nord, i «moderati» scandinavi: come la Svezia, che ha in proporzione più richieste d’asilo della Germania: 8 ogni mille abitanti.
O l’Olanda, già apertissima, che però adesso fornirà tetto e cibo ai profughi in attesa di permesso solo in 5 città. Le vere «porte aperte», nei fatti, restano quelle di Germania e Italia. Anche se Berlino, nelle ore scorse, ha chiesto più controlli sui migranti «economici» di Albania o Macedonia, i nuovi candidati orientali alla Ue. Non trova mai pace, il caleidoscopio sotto assedio delle regole europee.
In prima linea
il numero delle richieste d’asilo accolte dalla Polonia nel 2014 su 2318 richieste pervenute. Nel 34% dei casi erano state presentate da profughi ucraini in fuga dalla guerra. Gli altri richiedenti sono in attesa