Corriere della Sera

Colpo all’Italia, via soltanto in 36mila

Battaglia sulla ripartizio­ne dei 160 mila profughi previsti nel nuovo piano Juncker: privilegia­te Ungheria (54 mila), spalleggia­ta dal fronte dei duri dell’Est, e Grecia (66 mila)

- Fiorenza Sarzanini fsarzanini@corriere.it

L’Unione Europea tende la mano all’Ungheria, ma la spaccatura tra i governi rischia di far saltare nuovamente l’accordo sulla distribuzi­one dei profughi. Il lavoro della commission­e guidata da Jean-Claude Juncker va avanti, l’ultima bozza fissa i numeri e fa scendere a 36 mila quello dei migranti che andranno via dall’Italia proprio per favorire Budapest. Ma la scelta di Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia di schierarsi al fianco del premier Viktor Orbán e ribadire in un documento ufficiale il proprio «no» al varo di un sistema «obbligator­io e permanente » per affrontare l’emergenza legata all’esodo di stranieri, mette in seria difficoltà l’intesa finale. E per questo l’Italia torna ad avvertire gli altri Paesi: «Apriremo i centri di smistament­o soltanto quando il piano sarà operativo e sarà dato il via libera ai trasferime­nti». piano di emergenza durante la riunione dei ministri di Interno e Giustizia di metà mese e procedere poi con una proposta legislativ­a che potrebbe diventare operativa entro sei mesi. impone agli Stati che si avvalgono del cosiddetto «opt out» di inviare una relazione nella quale spiegano i motivi del dissenso. Se si tratta di giustifica­zioni giudicate comunque «in linea con i principi e i valori europei» dalla Commission­e scatta l’obbligo di versare una «multa», proporzion­ale al proprio Pil, in un fondo a disposizio­ne di quegli Stati che invece si fanno carico dell’accoglienz­a dei profughi in una percentual­e che sarà stabilita nei prossimi giorni. Se invece le ragioni saranno ritenute contrarie ai canoni della Ue scatterà l’obbligo di accoglienz­a degli stranieri. Ed è proprio di fronte a questa imposizion­e che il blocco dell’Est ha deciso di schierarsi contro.

Se permettiam­o a tutti di venire, sarà la fine dell’Europa. L’Ungheria è molto solidale. Abbiamo più profughi di Italia e Grecia Sanzioni Le sanzioni per i Paesi che non accogliera­nno i rifugiati saranno proporzion­ate al Pil

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