Il capitalismo riluttante e la miopia dei macroeconomisti
impressione che emerge dalla prima giornata di Cernobbio è quella di trovarsi di fronte a una manifestazione di capitalismo riluttante. Non c’è alcun dubbio che le sfide che si parano davanti alla nostra civiltà siano tutte ampiamente con la maiuscola e la tragica migrazione siriana di questi giorni ne sia forse solo l’antipasto. È vero che accanto a minacce antiche ce ne sono delle nuove, per di più ibride perché mescolano pericolosamente conflitti sociali e attentati terroristici. Ed è altrettanto chiaro che noi europei usciamo tramortiti da un lungo ciclo recessivo, non sappiamo ancora bene che strada percorreremo e quanto di quello che abbiamo costruito comunitariamente rimarrà in piedi. Scontato tutto questo e il carico di antropologia passiva che ne consegue, resta però la sensazione che l’Occidente abbia qualche remora a rimettersi pienamente in gioco, a esplicitare il suo desiderio di futuro, a giocarsela. Certo il palco di Cernobbio non è un campione statisticamente perfetto del capitalismo dell’Ovest, quantomeno gli americani sono sottorappresentati ma si vedono troppi speaker nascondersi dietro le loro slide, grafici ben confezionati che nella migliore delle ipotesi servono a strappare un ooh alla platea e a emozionare qualche collezionista di tabelle. Quasi sempre proprio quelle slide testimoniano impietosamente non solo la mancanza di una proposta valida sul medio periodo ma persino l’assenza della giusta tensione verso il nuovo. In parallelo a quest’impressione il cronista annota anche la perdurante miopia dei macroeconomisti — quelli che dettano legge nel palinsesto del primo giorno di Cernobbio — nel sottovalutare la forza, l’estensione e la velocità del ciclo tecnologico in atto. Tendono a tenerlo di lato, a farlo discutere agli addetti ai lavori in apposite sessioni, non lo considerano mai come una forza propulsiva dell’economia e più in generale non lo annoverano come una potenziale soluzione dei problemi del nostro tempo. Infine la riluttanza si spinge anche più in là e tocca lo stesso apparato valoriale tipico dell’Occidente. Dietro quei benedetti mercati che vengono passati e ripassati al microscopio ci sono delle società civili che non hanno rinunciato alla sfida di aprirsi e che sono animate da una continua ricerca del miglior grado di giustizia possibile. Eppure ciò sembra non valere più, lo si considera un’arma spuntata o peggio solo un’abitudine. Di fronte a speaker dimissionari e/o pessimisti la reazione della platea di Cernobbio è quella di vendicarsi nel televoto: richiesti di un parere sull’andamento e i programmi di investimento della propria azienda gli imprenditori premono sempre il tasto più rosa.