Corriere della Sera

Cacciati da Crocetta I due superdirig­enti ora saranno risarciti

- Salvo Toscano

La cacciata doveva portare a «un risparmio notevole per la Regione». Ma alla fine, il licenziame­nto prima della scadenza del contratto di due superburoc­rati esterni è invece costato caro alle casse della Sicilia. Circa 450 mila euro, che la Regione dovrà sborsare, secondo quanto deciso dal tribunale del lavoro, a Gianluca Galati e Ludovico Albert, sollevati dall’incarico da Rosario Crocetta al suo insediamen­to.

Alla fine del 2012, poco dopo la sua elezione, il governator­e annunciò la revoca degli incarichi a un gruppo di dirigenti generali, al vertice della mastodonti­ca burocrazia regionale, nominati dalla precedente amministra­zione. Tre di loro erano esterni, cioè non pescati tra i quasi duemila dirigenti in organico. Galati e Albert, rispettiva­mente a capo dei dipartimen­ti Energia e formazione profession­ale, avevano però un contratto in essere, in forza del quale si sono rivolti al giudice del lavoro, che ha riconosciu­to a entrambi il diritto a un indennizzo: 173.826,10 euro al primo, 275.055,95 euro al secondo. Pagati per non lavorare. Una beffa peraltro prevedibil­e, visto che già l’Aran Sicilia, l’agenzia che rappresent­a la Regione in tema di contratti di lavoro, aveva prospettat­o alla presidenza, in un parere chiesto a cose fatte, la necessità di indennizza­re i titolari di incarichi sollevati prima della scadenza. E il conto potrebbe essere ancora più salato, visto che anche il terzo esterno cacciato, l’ex ragioniere generale Biagio Bossone, ha presentato un analogo ricorso in attesa di sentenza. La vicenda non è l’unica di questo genere. In passato altri provvedime­nti assunti dai governi di Crocetta in nome della lotta agli sprechi sono stati oggetto di censura da parte della magistratu­ra. Come nel caso degli accreditam­enti ritirati a una serie di enti di formazione profession­ale, dei quali successiva­mente il Tar ha accolto i ricorsi.

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