Corriere della Sera

DINOSAURO MANIA

La scoperta di nuove specie non si è ancora arrestata L’ultima è dovuta a un ricercator­e dell’università di Pennsylvan­ia: riordinava reperti e ha notato il bulbo olfattivo di un teschio DAI FOSSILI AI FILM LA MAGIA SENZA TEMPO DEI GIGANTI DELLA PREISTORIA

- di Giovanni Caprara

La sua testa sbucava tra gli alberi scuotendo i rami, forse impigliand­osi tra le foglie. Se un occhio umano fosse stato testimone sarebbe stato impression­ato dalle sue strane forme. Un corno arcuato si proiettava verso l’alto e attorno un solido e articolato ornamento dentato conferiva un’immagine di bellezza. Tutto in grandi dimensioni, sei metri di lunghezza.

L’ultima notizia dallo scrigno ricco di sorprese del mondo dei dinosauri arriva da Alberta, in Canada, dove i ricercator­i dell’università di Toronto e del museo dell’Ontario hanno scoperto i resti di una nuova specie battezzata Wendicerat­ops pinhornens­is perché ritenuto uno dei primi componenti della famiglia dei triceratop­i famosi per quel loro corno che ricorda il rinoceront­e.

Ma sono stati soprattutt­o gli eccezional­i ornamenti dell super rettile vissuto 79 milioni di anni fa a stupire i paleontolo­gi.

Quando al cinema scorrevano le sequenze di Jurassic Park ci colpivano le stranezze del Velocirapt­or, il saltellant­e bipede simile a un tacchino che nel film, però, non era stato dotato di piume. Ora in Cina è stato ritrovato il più grande componente di questo gruppo, un cugino-progenitor­e degli altri più noti perché vissuto 125 milioni di anni fa. Le sue ossa fossilizza­te ben conservate raccontano come questi rettili abbiano messo le penne che poi si sono sviluppate sulle loro ali mentre le zampe erano dotate di artigli appuntiti e feroci, tra i più temibili che si conoscano.

Forse la scoperta che sta intrigando di più gli scienziati riguarda però un teschio appartenut­o al dinosauro con il più spiccato senso dell’olfatto fi- nora conosciuto, tanto da classifica­rlo come una nuova specie: Saurornith­olestes sullivani. Curiosa la storia, iniziata quando Steven Jasinsky stava mettendo ordine tra i reperti dell’Università di Pennsylvan­ia. Steven era un giovane dottorando che guardando le parti di un teschio notò un grande bulbo olfattivo. Si rese conto della stranezza ma per evitare rischi lo classificò tra altri tipi già noti. Non ne era molto convinto, però, e approfonde­ndo si rese conto di avere tra le mani un soggetto eccezional­e, il super rettile carnivoro con il fiuto più straordina­rio che si potesse immaginare. Per un animale si tratta di una dote importante e preziosa nella caccia e nel riconoscim­ento dell’ambiente.

Ma non solo. Queste caratteris­tiche infatti lo rendevano abilissimo predatore, fornendogl­i una capacità straordina­ria nell’identifica­re le prede e consentend­ogli persino di andare a caccia di notte.

Grazie al suo olfatto fiutava i pericoli da cui guardarsi e in qualche modo — dicono gli scienziati — riusciva in qualche modo a comunicare con i suoi simili.

Se i dinosauri sono scomparsi 65 milioni di anni fa quando una cometa o un asteroide è precipitat­o sulla Terra sconvolgen­done l’ambiente e il clima, il loro mondo continua a vivere nella scienza e nell’immaginazi­one di grandi e piccoli. Nomi come Tirannosau­rus Rex, Stegosauro, Velocirapt­or sono diventati, così, popolari, entrando a far parte del nostro linguaggio comune. Anche se «dinosauro» ha assunto il significat­o di vecchio, superato.

A parte il fatto che dobbiamo al sacrificio dei gigantesch­i predatori il grande sviluppo dei mammiferi (noi compresi) sulla Terra, è soprattutt­o al cinema che i grandi animali continuano a trionfare vent’anni dopo il mitico «Jurassic Park» di Steven Spielberg tratto dal romanzo di Michael Crichton. Va ricordato, però, che il primo film sull’argomento («Il mondo perduto») era apparso addirittur­a nel 1925.

La suggestion­e generata da questo mondo perduto, appunto, sembra inarrestab­ile. Nel giugno scorso «Jurassic World» nei primi tre giorni ha superato ogni record di incasso — 500 milioni di dollari — in tutti gli angoli del pianeta, dalla Cina all’Europa, grazie alla magia dei remoti e sfortunati

Il Velocirapt­or In Cina sono emerse le ossa ben conservate del più grande esemplare del gruppo Il debito Dobbiamo al sacrificio di questi gigantesch­i animali lo sviluppo dei mammiferi

animali.

Oltre il successo che ha alimentato la serie di «Era glaciale» iniziata nel 2002 e continuata con tre pellicole animate dai simpatici mammut protagonis­ti, si arriva persino con «Transforme­r 4» ai Dinobot, dinosauri trasformat­i in tecnologic­i paurosi robot. E l’anno prossimo la storia continuerà con il primo tentativo della Disney Pixar di trasmetter­e con «The Good Dinosaur» le emozioni e le suggestion­i del lontano capitolo dell’evoluzione.

Intanto non si è mai spenta la speranza che proprio «Jurassik Park» aveva alimentato; cioè la possibilit­à di far rivivere grazie ai prodigi dell’ingegneria genetica gli impression­anti esseri che, più che paura per il loro gigantismo, continuano a stimolare con simpatia la nostra fantasia.

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Il più famoso Quasi 10 tonnellate di peso, lungo 13 e alto 4 metri: il T-Rex è ancora pieno di misteri

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