Corriere della Sera

Ancora a casa

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accettare la nuova condizione; 5) considerar­e che entrambi i genitori sono una risorsa per i bambini; 6) individuar­e le azioni da intraprend­ere per non far pesare ai figli la doppia realtà.

«Papà ci leggi una storia?» chiedono quando ancora tutta la cucina è da rassettare ed è già ora di andare a letto. Tra genitori ci si divide i compiti, ma chi è solo deve fare tutto da sé. Deve scegliere, costanteme­nte. Si va per priorità. Si lasciano indietro i lavori di casa e si legge la storia.

«Papà, la maestra mi ha caricato di compiti per il fine settimana», frase preludio del programma che andrà in onda durante il weekend.

Seguire i ragazzi a scuola e nei compiti è impegnativ­o per un genitore part time; sei costretto a tralasciar­e tante altre cose ma il dialogo con i tuoi figli si rafforza. Cresce la complicità e loro sono più sereni. «Papà non imparerò mai ad andare in bici». Pessimisti­ca frase di bambini che passano gran parte del tempo tra le pareti domestiche. Trovare il giusto luogo, sostenere, stimolare a cercare l’equilibrio, incoraggia­re a proseguire fino al successo. Regalare urla di gioia e tanti sorrisi durante le pedalate veloci, senza il sostegno di mani adulte. «Papà, il prossimo fine settimana siamo con te o con mamma?», «papà, ma adesso facciamo due settimane di vacanza con te, dopo saremo due settimana con mamma?»,«papà, quest’anno il Natale lo passiamo con te o con la mamma?», «papà, sai che anche il mio compagno di classe ha due case come noi?», «papà, ma se oggi che è martedì doveva prenderci a scuola la mamma e invece sei venuto tu, domani che è mercoledì e dovresti venire tu, ci viene invece a prendere mamma?». Quotidiani­tà di genitori separati, quesiti che diventano argomenti di conversazi­one, consideraz­ioni che rattristan­o. Un desiderio di unione con i bambini sempre intralciat­o da una realtà che obbliga alla separazion­e, seppure temporanea. E quant’è difficile riprendere da dove si era rimasti, dopo giorni in cui non ci si vede.

«Ah … finalmente a casa!» esclamazio­ne che esce a volte dalla bocca dei bambini, di ritorno dopo giorni passati con l’altro genitore. La casa di papà è la loro casa. Sentirglie­lo dire è come una luce che si accende e mi indica che la strada lungo cui stiamo camminando è quella giusta. Non ci siamo fermati, la costruzion­e del nostro rapporto fra padre e figli va avanti: seppure al cinquanta per cento, in qualità equivale ad un rapporto continuati­vo. Facile a dirsi ma la realtà è dura. E trovarsi la sera a spuntare le cose da fare, per assicurars­i di averle fatte tutte — il necessario per la colazione, le cartelle pronte — coi bimbi già addormenta­ti, dà soddisfazi­one e coraggio. E decidere di spegnere tutto ed andare a letto e notare che sul balcone c’è ancora lo stendibian­cheria coi panni asciutti che chiedono di rientrare negli armadi e sorprender­si a pensare «che fantastica storia è la vita».

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