Il G20 mette la Cina sotto accusa Italia, Istat ottimista sulla crescita
Già acquisito il dato del Pil 2015 allo 0,7%: «L’economia sta migliorando» Confindustria: stagnazione secolare. Tonfo delle Borse, Milano perde il 3,18%
con un rosso del 3,18%, Parigi ha perso il 2,81% Francoforte il 2,71% e Londra il 2,44 per cento. «L’economia mondiale è a rischio di stagnazione secolare, è molto più lenta del passato e delle attese», avverte il centro studi della Confindustria, in linea con i timori per il rallentamento della ripresa a livello mondiale. Questa volta però i timori riguardano ma non coinvolgono appieno l’Europa. «Sono fiducioso, l’Europa non è più fattore di difficoltà ma di stabilità» dice il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, che oggi incontrerà informalmente il ministro dell’Economia italiano, Pier Carlo Padoan per riallacciare, dopo l’estate, il filo delle riflessioni sulle politiche di bilancio e sulla manovra, taglio delle tasse sulla casa in testa, che il nostro Paese si avvia ad indicare. «Il caso italiano dimostra che una strategia basata su riforme, riduzione della pressione fiscale e investimenti può ottenere effetti positivi in tempi ridotti. In queste condizioni gli interventi di riduzione della pressione fiscale e a favore dell’occupazione aumentano il reddito disponibile alle famiglie e promuovono la fiducia, che a sua volta spinge i consumi e questi contribuiscono a creare nuova occupazione, così che il circolo virtuoso continui ad alimentarsi» assicura Padoan che ieri nel corso di una riunione congiunta di ministri delle Finanze e del Lavoro del G20 ha svolto la relazione introduttiva prendendo come esempio la riforma italiana.
Al G20 però si parla soprattutto di Cina, con l’intento — come aveva spiegato alla vigilia il presidente della Bce, Mario Draghi — di ottenere dai rappresentanti cinesi informazioni chiare sulla situazione del Paese e sulle azioni in programma, anche per ottenere indicazioni più «trasparenti» e non contraddittorie sulla politica monetaria seguita da Pechino. A quel che è emerso finora il ministro cinese Lou Jiwei e i suoi collaboratori nelle varie riunioni hanno solo in parte risposto alle attese del G20. La Cina «deve evitare svalutazioni competitive», ha ribadito comunque il segretario al Tesoro Usa, Jack Lew, al ministro cinese.