Corriere della Sera

Stefania Tamburello

- DALLA NOSTRA INVIATA

ANKARA Da Roma l’Istat ha fatto eco al Fmi, che giovedì, alla vigilia del G20 finanziari­o ad Ankara, aveva annunciato una sorpresa positiva per la crescita dell’Italia. Un timido passo avanti del Paese nella ripresa, che ieri l’Istituto di statistica ha confermato. Nel terzo trimestre, ha fatto sapere l’Istat, il Pil (Prodotto interno lordo) dovrebbe ripetere il progresso del trimestre precedente e crescere dello 0,3%. Questo risultato basterebbe ad assicurare nel 2015 uno sviluppo pari allo 0,7%, in linea con le previsioni del governo che potrebbe quindi disegnare, secondo i programmi fatti, la sua manovra di bilancio per il 2016. L’Istat ha segnalato peraltro che nei prossimi mesi si cominceran­no a sentire i segni di quel rallentame­nto del commercio estero che nella capitale turca dove è in corso il vertice finanziari­o del G20 è al centro delle analisi economiche dei ministri delle Finanze e dei governator­i delle banche centrali dei Venti paesi più ricchi del mondo, che si interrogan­o sulle difficoltà della Cina. Sono le battute d’arresto dell’economia cinese, infatti, a preoccupar­e, sia per i possibili effetti di rallentame­nto sul commercio e complessiv­amente sullo sviluppo mondiale, sia per le tensioni che l’incertezza di prospettiv­e, anche sulla gestione del cambio, provoca sui mercati. Ancora ieri le Borse — complici i dati sulla disoccupaz­ione Usa, scesi al minimo dall’aprile 2008, che hanno riaperto le attese per un rialzo dei tassi statuniten­si, — hanno avuto un’altra giornata negativa. L’incertezza sui tassi Usa e i timori per la crescita cinese hanno fatto bruciare alle piazze europee 181 miliardi: la Borsa di Milano è stata la peggiore chiudendo

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