«Zitti e pedalare»
Dopo la risicata vittoria con Malta, Conte vede i giovani che non crescono e i veterani in declino. La sua Italia fatica, domani con la Bulgaria previsti diversi cambi
Il lungo autunno acido di Antonio Conte, tra la qualificazione all’Europeo che si avvicina e la squadra che non decolla. «È il momento di pedalare in silenzio», racconta l’uomo dei sogni nella notte umida del Franchi. Conte allenatore della Juve era sempre in guerra con il mondo. Conte c.t. dopo sei mesi in battaglia è diventato riflessivo, pacato, diplomatico. Dentro la divisa federale sembra aver smarrito l’animo del guerriero. E la squadra, almeno contro Malta, si è allineata e coperta: come se le mancassero le scariche di adrenalina.
I risultati e il gioco, in questa fase, non vanno d’accordo. L’Italia ha riacciuffato il primo posto nel girone H proprio in occasione della partita più brutta. È vero che il calcio è cambiato e che non esistono più squadre materasso (l’Azerbaigian ha fermato sullo 0-0 la Croazia). Ma la Nazionale è in quella strana e pericolosa fase di passaggio tra un ciclo e l’altro. «Da noi si pretende il massimo e si tende a dimenticare cosa è successo in passato», la critica di Conte alle critiche. Non è un caso se negli ultimi due Mondiali siamo usciti al primo turno. E l’invasione straniera condiziona le scelte e penalizza la qualità.
Il momento è delicato. I vecchi invecchiano, in alcuni casi di colpo. Pirlo, appena emigrato a New York, sembra in sofferenza, come se avesse smarrito il tocco magico. E l’intesa con Verratti è un rompicapo. I due insieme non convincono. «Certe valutazioni le tengo per me», fa muro l’allenatore. Ma ci vuol poco a capire che non è rimasto soddisfatto, tanto che domani a Palermo con la Bulgaria dovrebbero rimanere entrambi in panchina a favore di De Rossi. In vista del secondo appuntamento ravvicinato sta nascendo un’Italia diversa. Conte sta pensando di tornare alla difesa a tre con Barzagli, Bonucci e Chiellini davanti a Buffon che in Sicilia giocherà la centocinquantesima partita azzurra. Gli esterni potrebbero essere Candreva e Darmian (in vantaggio su De Sciglio), Florenzi e Parolo si giocano una maglia accanto a Soriano mentre l’infortunato Bertolacci (problema muscolare) è già rientrato a Milano. Vazquez, più di Zaza, accanto a Pellè. Conte vuole pensarci bene, questa mattina la prova generale cancellerà i dubbi. La rivoluzione però sta maturando con 6 o 7 cambi. In attesa di tempi migliori e della new generation, i talentini della Under 21, da Berardi a Bernardeschi, soprattutto Rugani e Romagnoli, senza dimenticare Benassi del Toro. «Bisogna insistere, lavorare, crederci», la mission di Antonio, che non ha intenzione di mollare. L’intensità che manca è una questione di condizione fisica, sulla continuità di azione si lavora duro in allenamento. Il problema è la qualità dell’attacco. A Firenze come era successo a Malta, ci ha salvato Pellè. La speranza è recuperare Rossi, ma da qui in avanti l’occhio del c.t. cadrà inevitabilmente su Balotelli, di fronte alla stagione della verità.