Corriere della Sera

Se sventola la bandiera del Darmian United

«A Manchester e in azzurro sono sempre io»

- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI Paolo Tomaselli

Almeno sulla fascia sventola la bandiera del Darmian United. In mezzo alle legittime perplessit­à per il rendimento della Nazionale e per gli italiani che in serie A giocano poco (e peggio), c’è un terzino — pardon, un esterno — che va controcorr­ente: tra i migliori anche nel secondo tempo contro Malta, Matteo Darmian è entrato dalla porta principale di Old Trafford e ha avuto un buon impatto con una dimensione tutta nuova, quella del Manchester United e della Premier League. Un campionato dove si gioca con un’intensità superiore e dal quale non a caso proviene anche l’uomo che bene o male ha deciso la sfida di Firenze giovedì, Graziano Pellè, puntone del Southampto­n: «In Inghilterr­a i ritmi sono più elevati che da noi e c’è più fisicità — riconosce Matteo, che ha iniziato a giocare all’oratorio di Rescaldina (Milano) con il padre come primo allenatore —. Anche le squadre meno forti sono molto preparate a livello atletico e non si difendono soltanto: possono far risultato ovunque ed è questo il bello della Premier».

Pellè a 22 anni fu voluto all’Az Alkmaar in Olanda da Louis van Gaal, che ora siede sulla panchina dei Red Devils e quest’anno ha voluto, nelle sue tante spese in giro per l’Europa, anche il giocatore del Torino, pagato 20 milioni di euro. «Se li valgo non lo so — dice Darmian — ma più che altro non ci penso. Quel che conta è che da straniero allo United mi sono trovato bene fin da subito, anche grazie ai compagni e allo staff che mi hanno fatto sentire parte del gruppo. Io mi sono messo a disposizio­ne, col massimo impegno e con la massima umiltà. Restando sempre me stesso: sono uno che ha lavorato sodo per arrivare fino a qui e continuo a farlo. Questo passaggio devo vederlo come un inizio e non come un punto Diavolo rosso Matteo Darmian, 25 anni, esterno del Manchester United, ceduto dal Torino per 20 milioni. Vanta 14 presenze in Nazionale (Pegaso) d’arrivo. Van Gaal e Conte? Sono tosti, pretendono tanto da ogni giocatore e dalla squadra e curano molto i particolar­i: ci sono parecchie analogie tra loro due». Anche le difficoltà non sono tante diverse: lo United deve già inseguire il City in Premier («Un avversario, per la Juve in Champions, uscito ancora più forte dal mercato, ma i bianconeri possono mettere in difficoltà chiunque » commenta Darmian), mentre il c.t. Conte non si può godere troppo il primo posto nel girone: «Però batterci sarà difficile per tutti. A livello internazio­nale basta un’occasione per prendere gol, per cui lavoriamo molto sulla fase difensiva — sottolinea il ragazzo che è entrato al Milan quando aveva 10 anni e si emozionava nel vedere i suoi miti, Maldini e Nesta —. Con Malta abbiamo faticato a trovare spazi, ma una volta aumentato il ritmo li abbiamo messi in difficoltà». La parola chiave è sempre ritmo: tocca agli Italian boys della Premier alzare ancora il volume e vedere l’effetto che fa.

Non so se valgo 20 milioni: io mi metto a disposizio­ne con impegno e umiltà

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