La promessa del premier: da gennaio via Irap e Imu per l’agricoltura
MILANO «Sta arrivando! Alzate tutti le bandiere per salutare il nostro presidente del consiglio Matteo Renzi!». E va detto che i trentamila agricoltori di Coldiretti, così guidati dal loro presidente Roberto Moncalvo, non si fanno pregare: all’assemblea nazionale dell’associazione, venuta ieri a celebrare la Giornata italiana dell’agricoltura nel grande teatro all’aperto dell’Expo, se c’è una cosa che non manca è l’entusiasmo. Che il premier ricambia con tanti complimenti ma anche con una promessa: e cioè che «dal primo gennaio 2016 per l’agricoltura saranno cancellate Imu e Irap». Il ministro Maurizio Martina, che in realtà l’aveva anticipato sin dai giorni scorsi, tradurrà più tardi in numeri: «Tra Imu e Irap si va verso il taglio di 1 miliardo di euro di tasse per il mondo agricolo. Un sostegno al reddito degli agricoltori per favorire investimenti e occupazione». Del resto «l’agricoltura non è il passato ma il futuro del Paese», ripete Renzi. Preceduto in questo da un videomessaggio del presidente Sergio Mattarella. Il premier ci aggiunge anche la promessa della lotta al caporalato, ma insiste soprattutto sui numeri che vanno bene: l’export agroalimentare è stimato verso il record di 36 miliardi a fine anno con un balzo del 10 per cento dopo l’inizio dell’Expo e un fatturato complessivo di 250 miliardi prodotto da 1,6 milioni di aziende agricole. E poi gli agricoltori giovani, raro settore in cui negli ultimi anni l’occupazione è salita del 10 per cento fra gli under 35. Dopodiché oltre alle luci arrivano i moniti come quelli di Carlin Petrini, il fondatore di Slow Food che in ottobre di contadini e allevatori e pescatori all’Expo ne porterà altri 2.500, ma provenienti dagli angoli più poveri del pianeta: «Il concetto per cui lottare è quello di “prezzo giusto”. Il cibo non può costare troppo, perché sennò la gente muore. Ma neppure troppo poco, sennò muore chi lo produce». E qui l’applauso parte anche senza chiamata.