Corriere della Sera

Ma l’Italia blocca l’apertura dei centri «Mancano regole chiare sui migranti»

Respinti i solleciti della Ue a far partire da oggi le strutture: prima inizi la redistribu­zione

- DALLA NOSTRA INVIATA Fiorenza Sarzanini

La data di inizio era stata fissata per oggi. E invece tutto è stato bloccato. Nessun « hotspot » , gli ormai famosi centri di smistament­o e identifica­zione, sarà aperto. Nel documento stilato dalla commission­e europea che due giorni fa ha diviso i governi mostrando ancora una volta il fallimento di politiche comuni in materia di immigrazio­ne, era ritenuto «cruciale che un efficace meccanismo diventi operativo dal 16 settembre in Italia e in Grecia per garantire l’identifica­zione, la registrazi­one e la raccolta delle impronte digitali dei migranti». Ma l’Italia dice no, nessuna misura sarà attuata fino a che l’intero sistema non sarà approvato e otterrà il via libera per entrare in funzione.

Non serve l’ulteriore monito della cancellier­a tedesca Angela Merkel di far partire la nuova procedura per il censimento degli stranieri, né la decisione presa in serata dalla presidenza di turno lussemburg­hese di convocare per il 22 settembre una nuova riunione dei ministri dell’Interno «con l’obiettivo di raggiunger­e un accordo sulla crisi migratoria». Fino a quando non saranno stabilite regole chiare sul trasferime­nto dei profughi negli altri Stati, nel nostro Paese non sarà fatto nulla di ciò che la Ue sollecita.

L’irritazion­e per quanto accaduto martedì sera a Bruxelles, quando non si è riusciti a dare il via libera neanche a un accordo di massima sul piano messo a punto dalla commission­e guidata da Jean-Claude Junker, era apparsa evidente pochi minuti dopo la chiusura della riunione ed è montata con il trascorrer­e delle ore. Il ministro Angelino Alfano lo ha spiegato esplicitam­ente ieri mattina ai responsabi­li dei dipartimen­ti interessat­i — in particolar­e quello dell’Immigrazio­ne Mario Morcone e il capo della Polizia Alessandro Pansa — dopo aver concordato la linea con Palazzo Chigi. Del resto in un’intervista rilasciata a Rtl era già stato esplicito: «Nei prossimi due mesi partiranno le prime redistribu­zioni di richiedent­i asilo dall’Italia verso l’Europa e poi faremo partire gli hotspot, i centri di smistament­o in cui si distinguer­anno chi ha diritto all’asilo e chi invece va rimpatriat­o».

Due mesi, questo secondo il titolare del Viminale, potrebbe essere il tempo necessario a siglare una nuova intesa. In realtà le resistenze dei Paesi del blocco dell’Est appaiono solide, difficile che si riesca a convincere tutti ad accettare una divisione «permanente e obbligator­ia» di chi varca i confini europei per scappare dalla guerra. Ma anche — questa era l’altra condizione posta dall’Italia già qualche settimana fa — che si riesca ad effettuare i rimpatri assistiti negli Stati d’origine di chi non ha diritto all’asilo, in particolar­e in Africa.

Ostacoli che convincono i tecnici del ministero dell’Interno a cercare soluzioni alternativ­e per l’accoglienz­a di chi è già in Italia e di chi arriverà nelle prossime settimane. Non a caso si è deciso di «sfollare» il Centro di Mineo — portando il numero delle presenze dalle attuali 2.900 persone a 2.000 con la previsione di

44 funzionari dimezzarlo ancora — se non addirittur­a di svuotarlo completame­nte entro la fine dell’anno. E di accelerare la messa a disposizio­ne dei 20 mila posti secondo le quote regionali indicate nella circolare inviata alle prefetture la scorsa settimana per sistemare gli stranieri in alberghi, residence, campeggi. Il timore è che la scelta di molti Stati di sospendere il trattato di Schengen e ripristina­re i controlli alle frontiere provochi una situazione di emergenza nel nostro Paese lasciando di fatto «intrappola­ti» anche coloro che arrivano in Italia solo per transito ma vogliono stabilirsi altrove. Controlli Poliziotti mettono un braccialet­to di identifica­zione al polso di piccoli migranti alla stazione ferroviari­a di Freilassin­g, in Germania, vicino al confine con l’Austria. Oltre 4 mila e 500 migranti hanno raggiunto la Germania in treno lunedì nonostante i nuovi controlli imposti da Berlino il giorno prima per far fronte all’afflusso eccezional­e di profughi. I nuovi arrivi hanno portato il numero di migranti entrati in Germania dall’inizio del mese a 91.823 ( gli hotspot previsti dal piano Ue in Italia. I 5 centri di smistament­o dei migranti sono già pronti ma la loro apertura è stata bloccata per il mancato accordo sulle quote a Bruxelles

La previsione Secondo il Viminale, ci vorranno almeno due mesi per siglare una nuova intesa Ue

 ??  ?? Reuters)
Reuters)

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy