Il «driver prestanome» tra i primi dieci in Italia
Appena 4 mesi fa, premiato il 9 maggio dalla vicesindaco di Milano, Mario Minopoli jr. entrava nella storia dell’ippica italiana come vincitore, alle redini del cavallo Maestrale Spin, del «Premio Città di Milano», prima corsa della prima giornata del nuovo ippodromo del trotto milanese dopo la chiusura dello storico San Siro: ieri Minopoli è finito agli arresti domiciliari, accusato di essersi prestato a intestarsi fittiziamente il cavallo Madison Om (non un fenomeno ma un buon trottatore di 9 anni capace di vincere in carriera 108.000 euro) e così schermarne l’effettiva proprietà in capo (secondo collaboratori di giustizia del 2011 e intercettazioni telefoniche del 2009) a un esponente del clan di camorra alleato dei Casalesi. Soprannominato «il francesino» per la sua predilezione per i cavalli di genealogia transalpina (anziché americana come più frequente), il 36enne Minopoli negli ultimi tre anni si è stabilmente piazzato nella «top ten» dei guidatori italiani: 7° nel 2013 con 133 vittorie per 650.000 euro di montepremi e 9° nel 2014 con 112 successi per 744.000 euro, quest’anno era 7° in classifica, già con 93 centri per mezzo milione di euro, e la gemma del Gran Premio Marche a Montegiorgio con il cavallo di 3 anni Totoo del Ronco. Ma un campanello era già suonato il 27 giugno quando, nel pieno delle rivendicazioni delle categorie ippiche contro le inadempienze del ministero Politiche agricole, alcuni guidatori e allenatori campani (tra cui Minopoli) avevano quasi bloccato le corse con un sit-in di protesta all’ippodromo di Cesena: la Questura gli aveva allora inflitto un peculiare «Daspo» ippico, cioè il divieto per un anno di mettere piede come cittadino negli ippodromi, salvo quando per lavoro avesse dovuto gareggiarvi.