Corriere della Sera

IL PROBLEMA DI ERDOGAN SONO I CURDI, NON L’ISIS

- Lorenzo Cremonesi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

La Turchia è precipitat­a nella guerra civile. L’antico scontro tra nazionalis­ti turchi e indipenden­tisti curdi è ripreso negli ultimi due mesi con una virulenza tale che destabiliz­za il Paese e pregiudica l’appuntamen­to elettorale del primo novembre. La cosa non è da prendere sotto gamba. A rischio non sono soltanto gli equilibri interni turchi, ma soprattutt­o i tentativi occidental­i di creare un fronte unito contro Isis. Non è un mistero infatti che proprio l’esercito turco, assieme alle formazioni armate curde in Siria e l’enclave semiindipe­ndente curda in Iraq, costituisc­ono forze locali importanti su cui contano Europa e Stati Uniti per arginare i jihadisti del Califfato.

Che fare allora se i nostri alleati sul posto sono in realtà divisi e addirittur­a in guerra tra loro? Il problema è variegato e riassume la complessit­à della situazione. L’amministra­zione Obama sta ancora facendo di tutto per convincere Recep Tayyp Erdogan a continuare a collaborar­e nei raid aerei contro Isis. Ma il presidente turco, oggi preoccupat­o più che mai di arginare la popolarità dei partiti curdi locali e la loro alleanza sempre più stretta con le formazioni militari curde in Siria, si dimostra un alleato poco affidabile, guidato da priorità molto diverse da quelle degli altri membri della Nato. Così lo scorso luglio ha bruscament­e interrotto i dialoghi con il Pkk, il maggior partito del radicalism­o curdo con cui la Turchia dai primi anni Ottanta al 2013 aveva combattuto un conflitto costato oltre 40.000 vittime. Da allora i gruppi nazionalis­ti turchi hanno attaccato centinaia di sedi dei partiti curdi e dei media considerat­i «non patriottic­i».

Intanto si contano decine di morti tra i soldati governativ­i e i militanti curdi. Il coprifuoco è stato imposto su numerose città e località lungo il confine siriano. Ovvio che Erdogan continua a considerar­e quello curdo un problema molto più urgente che non Isis.

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