Piano anti-povertà Duello sui fondi tra governo e Caritas
«L’esecutivo ha fatto poco». De Vincenti: dobbiamo tener conto del bilancio
È toccato al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, dire, senza tanti giri di parole, che la proposta del Reis, il Reddito di inserimento sociale, proposto dall’Alleanza contro la povertà non potrà essere accolta, perché costa troppo: 1,8 miliardi il primo anno, 7,1 miliardi l’anno a regime, per integrare il reddito di tutte le persone in condizioni di povertà assoluta: 4,1 milioni nel 2014 contro 1,7 milioni nel 2007. Bisogna tener conto delle «compatibilità», ha spiegato De Vincenti intervenendo ieri alla presentazione del Rapporto della Caritas sulle politiche contro la povertà.
Ciò non toglie, ha aggiunto, che con la legge di Stabilità sarà compiuto «un primo passo». «Siamo abbastanza lontani dal miliardo e 800 milioni che chiedete, ma cercheremo di mettere a sistema risorse comunitarie e nazionali per irrobustire il Sia ed allargarlo oltre le attuali 11 città oggetto di sperimentazione». Il Sia è il sostegno all’inclusione attiva, un’integrazione al reddito delle famiglie con un Isee (indicatore della ricchezza familiare) inferiore a 3mila euro introdotto nel 2014 nelle città con più di 250mila abitanti. Una misura, insufficiente secondo il rapporto della Caritas. Che, più in generale, ritiene che il governo Renzi non abbia fatto nulla di sostanziale a favore dei più poveri. Un’accusa respinta durante il convegno dallo stesso De Vincenti («i poveri sono nel Sia è l’acronimo che sta per «sostegno all’inclusione attiva». Si tratta di un’integrazione al reddito delle famiglie con un Isee (indicatore della ricchezza familiare) inferiore a tremila euro. Il Sia è stato introdotto nel 2014 ma riguarda soltanto le città che hanno più di 250 mila abitanti. Dna di questo governo») e poi dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ha promesso un «cambio di passo» con la prossima legge di Stabilità.
Il direttore della Caritas, don Francesco Soddu, che aveva ammonito il governo che « qualcosa non è meglio di niente», nel pomeriggio ha cercato di stemperare le polemiche, invitando il Movimento 5 stelle a «non strumentalizzare» le critiche del Rapporto. De Vincenti, che ha definito «cialtroneria politica» quella di chi la spara più grossa senza tener conto dei costi, ha detto che proseguirà il confronto con l’Alleanza per costruire un piano contro la povertà.