Motta nuovo presidente dell’Aie. «Più peso nel Salone»
L’impegno dell’Associazione italiana editori: «Continuità nel cambiamento, priorità al diritto d’autore»
Tra le priorità di Federico Motta, 60 anni, ieri eletto presidente dell’Associazione italiana editori (Aie), c’è naturalmente il caso Salone di Torino. O meglio il ruolo che l’Aie può avere nel consiglio di amministrazione della Fondazione per il libro, la musica, la cultura che lo gestisce. L’associazione ha diritto a un posto, ma non è detto che sarà il presidente a ricoprirlo. «Adesso c’è Marco Polillo che è anche il presidente, ma può essere anche un delegato, come è già successo in passato — spiega Motta —. Lo vedremo, ma non è questo quello che conta. Il punto è che l’Aie non vuole più avere un ruolo da spettatore, ma un ruolo più partecipativo. Non voglio dire condizionante, ma almeno su alcune scelte determinanti, vogliamo poter dire la nostra. Noi crediamo di avere le capacità tecnico-culturali, l’esperienza, le persone per dare un contributo importante».
Le recenti vicende che hanno coinvolto la Fondazione (la rinuncia di Giulia Cogoli al ruolo di direttore per i contrasti con la presidente Giovanna Milella, il ritorno di Ernesto Ferrero, il deficit dalle cifre variabili, le questioni sulla gestione organizzativa) sono per Motta un motivo sufficiente per chiedere un ruolo più attivo: «Magari con una visione più larga rispetto alla cerchia torinese. La Fondazione potrebbe e dovrebbe avere una progettualità ampia, a livello nazionale. Su questo vorremmo ragionare con i soci fondatori, Comune e Regione». Sul Salone, secondo Motta, sarebbe necessaria «una manutenzione, una migliore gestione che permetta di riposizionarlo. Per fare questo il nostro contributo è essenziale perché è chiaro che il Salone senza editori è impensabile. Le logiche temporanee valgono fino a un certo punto, poi bisogna avere il coraggio di prendere delle decisioni. Ma come si fa quando ogni giorno esce una notizia nuova?».
Continuità e cambiamento sono le parole d’ordine di questo nuovo mandato di Motta che l’incarico di presidente dell’Aie l’ha già ricoperto dal 1997 al 2009. «Perché questo ritorno? Direi che i miei colleghi hanno pensato che in un momento così particolare e difficile per l’editoria la mia esperienza possa essere utile. Quello che faremo è portare avanti alcuni temi, tenendo al centro il pilastro del diritto d’autore. Ma soprattutto vogliamo svolgere un’azione di cambiamento perché oggi sono sempre di più i nostri interlocutori e restare fermi è impossibile. Dobbiamo fare in modo che la politica faccia la sua parte, come d’altronde è stato fatto con l’Iva sugli ebook, una battaglia che continua».
L’assemblea degli editori ieri ha eletto anche i presidenti dei gruppi (che ricoprono anche la carica di vicepresidenti dell’Aie): Alessandro Monti (Feltrinelli) è il presidente del gruppo Editoria di Varia, Andrea Angiolini (Il Mulino) del gruppo Accademico professionale, Giorgio Palumbo (Palumbo Editore) del gruppo Educativo e Antonio Monaco (Edizioni Sonda) del gruppo Piccoli editori.