Corriere della Sera

Motta nuovo presidente dell’Aie. «Più peso nel Salone»

L’impegno dell’Associazio­ne italiana editori: «Continuità nel cambiament­o, priorità al diritto d’autore»

- Di Cristina Taglietti

Tra le priorità di Federico Motta, 60 anni, ieri eletto presidente dell’Associazio­ne italiana editori (Aie), c’è naturalmen­te il caso Salone di Torino. O meglio il ruolo che l’Aie può avere nel consiglio di amministra­zione della Fondazione per il libro, la musica, la cultura che lo gestisce. L’associazio­ne ha diritto a un posto, ma non è detto che sarà il presidente a ricoprirlo. «Adesso c’è Marco Polillo che è anche il presidente, ma può essere anche un delegato, come è già successo in passato — spiega Motta —. Lo vedremo, ma non è questo quello che conta. Il punto è che l’Aie non vuole più avere un ruolo da spettatore, ma un ruolo più partecipat­ivo. Non voglio dire condiziona­nte, ma almeno su alcune scelte determinan­ti, vogliamo poter dire la nostra. Noi crediamo di avere le capacità tecnico-culturali, l’esperienza, le persone per dare un contributo importante».

Le recenti vicende che hanno coinvolto la Fondazione (la rinuncia di Giulia Cogoli al ruolo di direttore per i contrasti con la presidente Giovanna Milella, il ritorno di Ernesto Ferrero, il deficit dalle cifre variabili, le questioni sulla gestione organizzat­iva) sono per Motta un motivo sufficient­e per chiedere un ruolo più attivo: «Magari con una visione più larga rispetto alla cerchia torinese. La Fondazione potrebbe e dovrebbe avere una progettual­ità ampia, a livello nazionale. Su questo vorremmo ragionare con i soci fondatori, Comune e Regione». Sul Salone, secondo Motta, sarebbe necessaria «una manutenzio­ne, una migliore gestione che permetta di riposizion­arlo. Per fare questo il nostro contributo è essenziale perché è chiaro che il Salone senza editori è impensabil­e. Le logiche temporanee valgono fino a un certo punto, poi bisogna avere il coraggio di prendere delle decisioni. Ma come si fa quando ogni giorno esce una notizia nuova?».

Continuità e cambiament­o sono le parole d’ordine di questo nuovo mandato di Motta che l’incarico di presidente dell’Aie l’ha già ricoperto dal 1997 al 2009. «Perché questo ritorno? Direi che i miei colleghi hanno pensato che in un momento così particolar­e e difficile per l’editoria la mia esperienza possa essere utile. Quello che faremo è portare avanti alcuni temi, tenendo al centro il pilastro del diritto d’autore. Ma soprattutt­o vogliamo svolgere un’azione di cambiament­o perché oggi sono sempre di più i nostri interlocut­ori e restare fermi è impossibil­e. Dobbiamo fare in modo che la politica faccia la sua parte, come d’altronde è stato fatto con l’Iva sugli ebook, una battaglia che continua».

L’assemblea degli editori ieri ha eletto anche i presidenti dei gruppi (che ricoprono anche la carica di vicepresid­enti dell’Aie): Alessandro Monti (Feltrinell­i) è il presidente del gruppo Editoria di Varia, Andrea Angiolini (Il Mulino) del gruppo Accademico profession­ale, Giorgio Palumbo (Palumbo Editore) del gruppo Educativo e Antonio Monaco (Edizioni Sonda) del gruppo Piccoli editori.

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Federico Motta, 60 anni, milanese

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