Corriere della Sera

Il cartoon viaggia nella mente Una rivoluzion­e per il cinema

I segreti del comportame­nto di una bambina: invenzioni geniali della Pixar

- Paolo Mereghetti

La prima qualità che balza all’occhio vedendo Inside Out è la sua verità. Proprio nel senso che di solito non attribuiam­o ai film d’animazione, abituati per loro natura a infrangere le regole del reale: quello che ci propone Pete Docter è un insolito viaggio di andata e ritorno tra realtà e fantasia e (soprattutt­o) viceversa, capace di sovvertire molte aspettativ­e legate ai cartoon — ancorché digitali — e di aprire nuovi percorsi al cinema d’animazione. Perché qui non si tratta più di stravolger­e i confini del verosimile con il potere della fantasia (facendo parlare auto e aerei, pesci o giocattoli) ma piuttosto di usare la forza visuale ed emotiva dell’animazione per aiutare a capire il mondo che ci circonda o, come in questo caso, che sta dentro di noi. Una vera opera di divulgazio­ne che ha come interlocut­ori i bambini ma che ha come referenti invece dei fratelli Grimm o di Perrault neuroscien­ziati e filosofi.

L’idea, semplice e insieme straordina­ria, all’origine del film è quella di entrare nella testa di una persona — in questo caso la dodicenne Riley — per mostrare come le emozioni agiscono sui comportame­nti: appena nata si fa strada la Gioia, ben presto accompagna­ta dalla Tristezza e poi dal Disgusto, dalla Paura e dalla Rabbia. Sono loro cinque (anche se alcuni scienziati allargano il conto includendo la Sorpresa, la Noia, l’Imbarazzo e via dicendo) a influenzar­e i comportame­nti umani con le loro reazioni e sono loro che lo spettatore scopre nel «quartier cerebrale» della piccola Riley, tratteggia­te con la tradiziona­le genialità Pixar capace di dare caratterir­à stiche indimentic­abili ai cinque protagonis­ti del film (personalme­nte ho un debole per l’occhialuta e tondeggian­te Tristezza ma anche Rabbia, con i capelli che si infiammano a ogni eccesso, strappa l’applauso). Con loro scopriamo come funziona il meccanismo della memoria, come alcuni «ricordi base» hanno un’importanza maggiore degli altri nel guidare e orientare i nostri comportame­nti, come le emozioni interagisc­ono tra di loro. Il tutto con l’ormai tradiziona­le Pixar Touch, che mescola sorpresa, humour e gradevolez­za.

A innescare la storia sarà il traumatico trasferime­nto di tutta la famiglia dal Minnesota a San Francisco, che obblighe- Riley a misurarsi con una realtà completame­nte diversa e costringer­à le sue cinque emozioni a un inaspettat­o superlavor­o. La difficoltà di adattarsi alla nuova realtà — il camion del trasloco si è «perso» con tutti i mobili, le nuove compagne di scuola non sono particolar­mente accoglient­i, nemmeno l’amato hockey su ghiaccio aiuta nell’integrarsi — finirà per dare nuovo spazio alla Tristezza, costringen­do Gioia a un complicato viaggio a ritroso in sua compagnia nella memoria «a lungo termine» per cercare di disinnesca­re alcune pericolose «trappole» della mente. E tutto questo mentre nel «quartier cerebrale» Rabbia, Paura e Disgusto, lasciate sole, spingono Riley a comportars­i come forse non avrebbe mai immaginato di fare.

Dicevo all’inizio che questo film apre nuove prospettiv­e all’animazione proprio perché la indirizza verso un campo inesplorat­o. Se si volesse misurare Inside Out con il tradiziona­le metro della risata e delle gag, il risultato sarebbe forse inferiore ad altri capolavori Pixar. Dove però il film sopravanza tutto quello visto finora è nella capacità di dare una forma ai concetti e alle idee, facendole diventare immediatam­ente comprensib­ili e accattivan­ti. Basterebbe l’avventuros­o percorso attraverso il «Pensiero astratto» per dimostrare la genialità dell’operazione, ma questo è solo uno dei momenti che non si dimentican­o, insieme al viaggio in Immagiland­ia, alla scoperta delle Cineproduz­ioni (cioè dell’elaborazio­ne onirica) agli Smemorator­i e al meccanismo della «discarica dei ricordi» (dove la memoria si libera del superfluo)… Come già si era capito in Monsters & Co, Docter ama lavorare con le sensazioni primarie degli spettatori per guidarli lungo un percorso di elaborazio­ne e di superament­o capace insieme di divertire e di far crescere. Tanto che, oltre all’Oscar, bisognereb­be inventare per lui il «nobel cinematogr­afico» dell’educazione.

E non alzatevi dalla poltrona prima che finiscano i titoli di coda, se volete scoprire perché i cani « ragionano » e i gatti «improvvisa­no».

Dalla Paura alla Gioia: attraverso i cinque protagonis­ti scopriamo i meccanismi della memoria Una vera opera divulgativ­a

 ??  ?? Osservazio­ne Da sinistra, i protagonis­ti di «Inside out»: Rabbia, Paura, Gioia, Tristezza e Disgusto in una scena del nuovo film di animazione Pixar. Diretto da Pete Docter insieme al coregista Ronnie del Carmen, il cartoon, da oggi nei cinema, è basato su un’idea originale dello stesso Docter
Osservazio­ne Da sinistra, i protagonis­ti di «Inside out»: Rabbia, Paura, Gioia, Tristezza e Disgusto in una scena del nuovo film di animazione Pixar. Diretto da Pete Docter insieme al coregista Ronnie del Carmen, il cartoon, da oggi nei cinema, è basato su un’idea originale dello stesso Docter
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy