La fine dell’ordinanza da merlo maschio
Trentatré anni ci sono voluti, ma la celeberrima ordinanza sul «seno flaccido e bislungo» è stata infine abolita. Il sindaco di Pantelleria Salvatore (detto Salvo) Gabriele, infatti, scovato negli archivi il demenziale documento firmato da un suo lontano predecessore, Giovanni Petrillo, ha scoperto che era rimasto sempre in vigore: i vigili urbani dell’isola avrebbero potuto ancora, teoricamente, fermare qualche bagnante in topless: «Signora, fornisca i documenti, il suo petto non è conforme ai regolamenti municipali». Un delirio. Tanto più per un’isola meravigliosa che «appartiene al mondo ed è plurale».
Il 17 luglio del 1982, dopo aver bevuto forse qualche bicchiere di troppo, l’allora primo cittadino fece affiggere la seguente ordinanza: «Premesso che ormai l’Isola di Pantelleria è diventata un centro turistico fra i più ricercati in Italia per le sue bellissime coste tutte varie e ricche di calette e di grotte…», «considerato che, purtroppo, la serenità delle vacanze viene turbata dalla presenza di donne e uomini che praticano il nudismo», «ritenuto di dover intervenire in merito per evitare che certe persone, prive di ogni senso di pudore ma indubbiamente dotate di una mente bacata continuino a calpestare il sentimento di riservatezza che ancora anima la massa della gente “pulita”»… E qui arrivava il capolavoro: il divieto di topless, in particolare per le signore non all’altezza delle aspettative del sindaco: «Infatti è obiettivamente deprecabile e riprovevole, in particolare, il comportamento di alcune donne che il più delle volte espongono al sole seni che invece sono stomachevoli escrescenze carnose flaccide e bislunghe». Era così scompostamente ridicola quell’ordinanza, nella sua volgarità da merlo maschio («È stato solo un volo pindarico, insomma uno sfottò rivolto soprattutto a certe cinquantenni che mostrano uno spettacolo davvero deplorevole») che non solo l’estrema sinistra presentò una spassosa interrogazione alla Camera per sapere quali fossero «i criteri attraverso i quali un seno può definirsi flaccido e bislungo», ma la buttarono sul sarcasmo perfino nove parlamentari comuniste. Le quali con un documento ufficiale intimarono che fosse «emessa un’analoga disposizione anche per il nudo maschile stabilendo grado di villosità accettabile e desiderabile; intensità dell’afrore consentito; circonferenza massima del ventre disponibile agli sguardi altrui e, per i casi di nudo maschile integrale, volume e consistenza minimi degli organi sessuali».