Corriere della Sera

Senato, il governo corre Oggi in Aula la riforma Insorgono le opposizion­i Sì al calendario anche dai «ribelli». Zanda: 77 voti in più

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Pd Anna Finocchiar­o e Luigi Zanda

La giornata finisce con una vittoria della maggioranz­a, che ottiene il sì con «una forbice ampia» (Zanda) al calendario approvato a maggioranz­a dalla Conferenza dei capigruppo. Tra i sì (173 più 3 astenuti), anche quelli della minoranza pd, che mantiene però tutte le sue perplessit­à sul ddl Boschi. La battaglia finale sulla riforma comincerà dunque questa mattina in Aula. Con i renziani che si dicono sicuri di poter andare avanti senza problemi, forti di una maggioranz­a che si aggirerebb­e sui 160 senatori (su 315). La maggioranz­a ha chiesto e ottenuto di saltare il passaggio in Commission­e. Una prova di forza che segue lo strappo di martedì nel Pd, con la minoranza che ha abbandonat­o il tavolo della trattativa. E che precede la direzione, convocata da Renzi per lunedì, quando è presumibil­e che si andrà alla conta, per sfidare i dissidenti e farli uscire allo scoperto. Un modo anche perché resti agli atti la decisione della maggioranz­a del partito, considerat­a impegnativ­a per il voto finale. In un clima già teso, ieri sera è arrivata la denuncia del senatore di minoranza Corsini: «Un veto del Pd ha impedito la mia partecipaz­ione alla trasmissio­ne Radio anch’io di domani (oggi, ndr). Se confermata, una censura inaccettab­ile».

Tra i pericoli, anche la possibile rivolta di una decina di senatori ncd, che fanno capo a Quagliarie­llo e che legano il voto sul ddl Boschi alla necessità di cambiament­i all’Italicum. La strategia dei renziani è quella di rendere ininfluent­i le possibili defezioni nell’area a sinistra del partito, facendo ricorso a una sacca di voti che potrebbero arrivare da altre direzioni. Dai 10 senatori di FI che fanno capo a Verdini, innanzitut­to. Ma anche da alcuni incerti berlusconi­ani, che potrebbero decidere di assentarsi: una desistenza che avvantagge­rebbe la maggioranz­a. Ieri a Palazzo Chigi si è visto anche Tosi: l’incontro con il sindaco di Verona, ex leghista, ha sancito il via libera alle riforme delle 3 senatrici di «Fare».

Nel primo pomeriggio una lunga capigruppo sancisce lo scontro tra maggioranz­a e opposizion­e. La convocazio­ne viene fatta proprio per saltare il passaggio della Commission­e. Le opposizion­i (Lega e FI) provano a resistere, annunciand­o la fine dell’ostruzioni­smo e il ritiro degli emendament­i inutili. Ma l’apertura viene giudicata strumental­e. I 5 Stelle si scagliano

Dissidenti Miguel Gotor, del Pd

La minoranza Bersani: si dia spazio al Parlamento. Corsini: veto su di me ospite a «Radio anch’io» Finocchiar­o Ci sono le condizioni politiche per arrivare a un testo ampiamente condiviso nel mio partito e nell’Aula

Con il governo

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(LaPresse)
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(foto Jpeg)

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