Corriere della Sera

Nuovo tasto per le emozioni social Finisce la tirannia del «Mi piace»

L’annuncio di Zuckerberg: «Su Facebook altre opzioni, ma non negative»

- Di Massimo Sideri

La tirannia del pollicione in su sta finendo. Anche il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha capito che non viviamo in un mondo di soli «like», dove tutto ha un’unica opzione: piacere. Una tirannia, appunto. O, peggio, un distacco dalla realtà a più dimensioni dove non tutto è come nelle pubblicità patinate, errore che il social network più grande al mondo non può più permetters­i.

Non sarà però un mondo di «non mi piace» quello che si affiancher­à al pollicione. Chi si aspetta l’arrivo del pollice verso con cui i romani decretavan­o nel Colosseo la morte dei gladiatori resterà deluso. A dare qualche lume è stato lo stesso Zuckerberg in un video messaggio al suo continente che conta oltre 1,4 miliardi di sudditi. «C’è voluto tempo per arrivare fin qui — ha detto durante una sessione di lavoro con degli utenti — perché non volevamo trasformar­e Facebook in un foro in cui la gente vota a favore o contro le pubblicazi­oni di altre persone. Questo non è il tipo di comunità che vogliamo creare». «Ma è importante dare alla gente altre opzioni oltre a “mi piace” per aiutarle a esprimere empatia», ha spiegato ancora Zuckerberg, visto che è inopportun­o, ha riconosciu­to, cliccare su «mi piace» nel caso della morte di una persona cara oppure dell’attuale crisi dei migranti. Una scoperta che nel mondo offline appare lapalissia­na ma che, se si guarda ai fatti di cronaca degli ultimi anni, non lo era affatto nel mondo online. Già in passato Zuckerberg si era peraltro espresso contro uno strumento «unlike», preoccupat­o dei casi di bullismo e di violenza verbale che su altri social network avevano anche causato dei suicidi di teenager.

Ma la realtà è che il pollicione verso sarebbe un’arma puntata contro le società che investono, complessiv­amente, miliardi di pubblicità su Facebook. Pensate a una valanga di pollici giù messi su un post a pagamento di qualche prodotto ed ecco una valida consideraz­ione che permette di dire che su Facebook l’«unlike» non sbarcherà mai. D’altra parte sarebbe facile immaginare che la tirannia dell’«unlike» potrebbe addirittur­a essere peggiore di quella attuale. Resta la possibilit­à di arricchire la gamma delle reazioni: su Facebook, dunque, ci dovrebbe essere uno strumento migliore offerto agli utenti per «esprimere che sono consapevol­i e che sono coinvolti con te».

«Di fatto vi lavoriamo da tempo ed è una questione estremamen­te complicata» ha concluso Zuckerberg. Ma per ora resta avvolto dal mistero quale sarà il nuovo tasto su cui sono riposte grandi speranze: un mondo a una dimensione acquisirà improvvisa­mente spazio. Non sarà la rivoluzion­e della teoria della relatività. Ma anche su Facebook una mela potrà finalmente cadere sulla testa di Newton. Miliardo Il record di utenti connessi in un solo giorno raggiunto il 24 agosto di quest’anno: una persona su 7 nel mondo. La media quotidiana è di 968 milioni di utenti

La scelta Niente «pollice verso»: alimenta bullismo e insulti (ma il motivo sarebbe la pubblicità)

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