ATTALI «PREVEDE» IL FUTURO PER BATTERE IL FATALISMO
Tra manuale di selfhelp e saggio di politica internazionale, «Peut-on prévoir l’avenir?» è il nuovo libro di Jacques Attali, 71 anni, già consigliere ufficiale di François Mitterrand, nominato a capo della commissione sulla crescita da Nicolas Sarkozy e oggi voce molto ascoltata da François Hollande. Il consulente dei presidenti è oggi protagonista anche di una importante e inusuale esposizione che si apre al Louvre il 24 settembre, ispirata al suo bestseller del 2006 «Breve storia del futuro» (Fazi).
In un’Europa impantanata nella gestione (spesso inadeguata) delle continue emergenze, lo sguardo da futurologo di Attali fa scalpore. Un po’ per l’erudizione, un po’ per la visione a lungo termine ( 50 anni), un po’ per i giudizi definitivi: «Quando voglio cogliere l’avvenire di un Paese in modo rapido e sintetico, mi baso sulla sua demografia, segno della forza vitale, la sua gastronomia, indicatore della propensione alla gioia, e la musica, prova della capacità di pensare se stesso. Ecco perché attribuisco poco avvenire alla Cina, che ha solo la forza della gastronomia, e molto all’India, che le ha tutte e tre».
Attali spiega che la sua ossessione per la capacità di leggere il futuro deriva dalla storia personale, e da due previsioni. Una sbagliata, quella della madre, che fino alla fine non si accorse di essere incinta di due gemelli e non pensò al nome per un secondo bambino: «Jacques» è quello della targhetta dimenticata nell’altra culla recuperata per lui, in fretta e furia, all’ospedale. La previsione giusta fu invece quella del padre, che alle prime avvisaglie della guerra capì che era meglio abbandonare subito l’Algeria e trasferire la famiglia a Parigi, nonostante tutti gli consigliassero il contrario.
L’idea di «conoscere» o «predire» l’avvenire significa pensare che è preordinato, immutabile, e questo permette solo fatalismo e rassegnazione. «Prevedere» l’avvenire invece, secondo Attali, implica la possibilità di intuire i possibili sviluppi, di influire sulle tendenze e cambiarne il cammino. «La pigrizia è il peggior nemico dell’anticipazione — scrive Attali —. Ma la previsione è la migliore alleata della libertà: è l’unico modo per evitare che si realizzi lo scenario più cupo, per ciascuna delle nostre vite come per l’umanità».