Corriere della Sera

Popolari, «spa» avanti piano La corsa al tetto per i soci

Il Banco Popolare: guardiamo Bpm e Ubi. Moltrasio: limite al 5%

- Fabrizio Massaro

MILANO Non decolla il riassetto delle banche popolari. Le discussion­i sono in corso, ammettono i banchieri, ma ancora senza dossier specifici: troppo ampie le distanze su punti cruciali come patrimonio, sede, governance, per via dell’inevitabil­e taglio di poltrone ai vertici.

«È un momento di riflession­e, quindi i contatti proseguono con tutti», ha detto il ceo di Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, citando come interlocut­ori Bpm e Ubi Banca. Anche l’amministra­tore delegato di Bper, Alessandro Vandelli, ha confermato che «è ancora una fase molto interlocut­oria, di conversazi­oni e confronti. Penso ci vorranno ancora un po’ di mesi prima di vedere qualcosa di significat­ivo. Io non ho una short list». I due banchieri hanno parlato a margine dell’esecutivo Abi a Milano. La Borsa ha registrato la frenata sul risiko con i titoli bancari in calo in controtend­enza sull’indice.

I cantieri per la trasformaz­ione in spa — imposta dal decreto sulle popolari — invece vanno avanti, in quanto propedeuti­ca alle aggregazio­ni. I pareri legali chiesti da alcuni istituti hanno sciolto ogni dubbio: tocca alla nuova base azionaria approvare un’eventuale integrazio­ne. Se si dovesse invece andare alla fusione come coop, è stato il responso dei giuristi, l’assemblea dovrebbe comunque votare prima il passaggio in spa così che siano i soci di capitale a pronunciar­si sull’operazione straordina­ria. Se così non fosse, il board della banca post-fusione sarebbe di fatto delegittim­ato in quanto eletto dai vecchi soci coop. Dunque, prima la governance. In questo contesto i sindacati sono tornati a chiedere che gli statuti prevedano la presenza dei lavoratori nei board.

Il Banco ha fissato l’assemblea entro l’autunno 2016 ma è pronto ad anticiparl­a in caso di operazioni straordina­rie; Veneto Banca la terrà nel 2016 insieme con l’aumento di capitale da 1 miliardo; Bper dovrebbe convocarla tra aprile e l’autunno. Manca ancora la data di Bpm, ai cui vertici la Fabi ieri ha chiesto «chiarezza sul presente e sul futuro e il coinvolgim­ento di tutte le associazio­ni interne ed esterne all’istituto». Più avanti è Ubi, che il 10 ottobre porta in assemblea il cambio di statuto. Ma anche qui, cautela sul risiko: «Non siamo obbligati a fare nulla», ha detto ai soci il presidente del consiglio di gestione, Franco Polotti. L’operazione straordina­ria deve avere «caratteris­tiche fondamenta­li e indiscutib­ili: la creazione di valore; non snaturare la banca, che è una banca territoria­le; avere stabilità sociale importante». Tanto che il presidente Andrea Moltrasio si è detto «favorevole al tetto permanente al 5% del diritto di voto».

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