Londra in fila per Nicole Kidman, la scienziata del Dna
LONDRA «Un’esecuzione inebriante» per il Daily Telegraph, «intelligente e potente» per il Guardian, «praticamente perfetta» per il New York Times.
A 17 anni dal suo debutto londinese, Nicole Kidman torna a teatro e ancora una volta conquista i critici. Il ruolo non potrebbe essere più diverso. In The Blue Room di David Hare la parte sensuale e provocante le era valsa il titolo di «viagra teatrale»: al Noel Coward Theatre l’attrice si cala nei panni di Rosalind Franklin, la scienziata le cui radiografie permisero a James Watson e Francis Crick di identificare la struttura del Dna. Loro vinsero il premio Nobel, il contributo di Franklin non venne mai ufficialmente riconosciuto.
È la figura di una donna preparata e brillante quanto, forse più, dei colleghi maschi eppure dimenticata dalla storia ad aver attirato Kidman a Londra, assieme al desiderio di ricordare il padre, scomparso l’anno scorso.
«Era un ricercatore — ha raccontato —. I miei genitori lavoravano entrambi e spesso passavo il pomeriggio in laboratorio con lui. Ho fatto in tempo a dirgli dello spettacolo, era contento».
Secondo Kidman, «è un’ingiustizia che Franklin non abbia il posto che merita nella storia del Dna. Ha contribuito a scoprirne i segreti: è un po’ come trovare la vita su un altro pianeta, è una scoperta enorme». Nonostante l’esperienza cinematografica, il teatro rimane una prova difficile. «Mi piacerebbe poter dire che con gli anni mi sento meno nervosa, ma non è così. Ogni sera prima di entrare in scena provo uno sconfortante senso di panico. Appena lo spettacolo inizia sto meglio». Il pubblico ha accolto il suo ritorno con lo stesso calore del debutto: applausi scroscianti e lunghe file per l’autografo davanti all’ingresso degli artisti.
Trovare un biglietto è un impresa ardua: fama, talento e un nome stellare sicuramente aiutano anche nel West end. «Dodici settimane con 900 posti a serata da riempire sono tante — ha sottolineato il regista Michael Grandage —. Ma questa è una storia che merita di essere ascoltata».