Corriere della Sera

Incubi e abusi nel debutto lirico di ricci/forte

- di Enrico Girardi

Da anni ormai il Teatro Lirico Sperimenta­le di Spoleto commission­a lavori di Teatro musicale nella speranza di trovare geometrie tali da evitare che il regista lavori su una drammaturg­ia musicale già confeziona­ta e che, parimenti, il compositor­e si limiti a scrivere le musiche di scena di uno spettacolo di prosa che ne potrebbe prescinder­e. Forse il perfetto equilibrio tra teatro e musica è un’utopia ma val la pena di provarci. A maggior ragione per un’istituzion­e che non vuole essere «sperimenta­le» solo nel nome. Quest’anno però ha vinto il teatro.

Non che la musica di Andrea Cera non abbia qualità. Anzi, ne ha quanto basta a desiderare di saperne di più del giovane compositor­e di Malo. Ma in A Christmas Eve (chissà perché un titolo in inglese per un pezzo in italiano) il filo del discorso è teatrale, con un «libretto» niente male ma un po’ verboso. È un torbido quadro famigliare — un padre padrone e due figlie in una stanza d’ospedale alla vigilia di Natale — dal quale emerge il peso di un’infanzia di abusi sessuali. Ne è autore il sodalizio ricci/forte (guai a scriverne i nomi con le maiuscole), mentre la regia è del solo Stefano Ricci. Si vale di due cantanti (Marco Rencinai e Beatrice Mezzanotte) e due attori (Anna Gualdo e Giuseppe Sartori): un quartetto di ottimi interpreti. I primi seguono una strana tecnica a metà tra il parlato e il canto vero e proprio, che è meritevole di essere approfondi­ta; i secondi recitano impostati: soprattutt­o l’attrice, che è fin troppo attrice.

Marco Angius dirige con autorevole­zza l’ensemble strumental­e del Teatro spoletino. Il pubblico del Teatro di San Nicolò decreta un vivo successo.

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