L’uomo che scolpiva le smorfie (e altri demoni) Le «teste di carattere» di Messerschmidt: proporzioni classiche per i segreti dell’inconscio
Magia Giovanni Segantini,
1894-1895 la titolarità della cattedra a causa della sua «confusione mentale». Profondamente turbato dalla bocciatura, lo scultore si trasferì allora a Pozsony, l’odierna Bratislava, e qui si dedicò delle cosiddette «teste di carattere» iniziate a Vienna intorno al 1770.
L’inventario postumo, stilato alla morte nel 1783, ne elenca sessantanove: dalla Testa con becco a quella da Damerino libidinoso; dall’Impiccato allo Starnuto, all’Uomo che sbadiglia posseduto dal museo di Budapest. Oggi ne sono note 54, realizzate in materiali poveri come stagno, piombo, alabatazione
Oltre gli sbadigli Fece anche lo Starnuto e il Damerino libidinoso suscitando l’interesse anche degli psicanalisti
stro, o calchi in gesso di originali smarriti. Sono apparentemente autoritratti, un po’ più piccoli del naturale; ma a renderli conturbanti è il fatto che le smorfie facciali sono perfettamente simmetriche a destra e a sinistra. Una caratteristica che contraddice in modo subliminale il disordine della posa. Se volessimo tradurre in categorie stilistiche, diremmo che ci troviamo di fronte a un neoclassicismo della forma applicato a un sentimento barocco.
Un corto circuito. Ma questo dimostra che Messerschmidt era tutt’altro che un pazzo e aveva il perfetto controllo delle sue intenzioni. D’altra parte la corte imperiale non si sarebbe mai messa in posa davanti ad uno squilibrato, come invece fece fin dal 1760. La sua castità assoluta e la vita eremitica suscitavano certamente morbosa curiosità, ma Messerschmidt godette sempre di buona repu- Realismo «Busto di uomo che sbadiglia» (1771-1781) e la conferma viene dai racconti della sua infanzia, ricca di quei topoi attribuiti alla manifestazione precoce del genio artistico. Per esempio si raccontava che da piccolo avesse tralasciato i pasti per studiare un trattato di anatomia (stessa dimenticanza attribuita a Paolo Uccello o Brunelleschi) e che avesse fatto il pastore (come nell’agiografia di Giotto o Mantegna). Soffriva poi di manie di persecuzione (di cui furono vittime anche Pontormo, Reni, Michelangelo, Van Gogh). Il Demone che perseguitava Messerschmidt era quello della Proporzione. A dire il vero anche un altro tedesco, di cui nessuno aveva messo in dubbio la sanità mentale, ne era stato ossessionato: Albrecht Dürer. Ma costui, convinto di poter strappare il segreto della Proporzione agli italiani, si era messo in viaggio verso Venezia.
Messerschmidt, invece, pensava di conoscere alla perfezione le misure del corpo umano e di aver per questo suscitato le ire del Demone. Il suo delirio paranoide era quello di Prometeo, punito per aver gareggiato con la divinità. Ma non si deve pensare che tali ossessioni demoniache apparissero strane in epoca illuminista. È bene ricordare, scrivono i Wittkower in Nati sotto Saturno, che «le ultime due streghe, processate e condannate da giudici presumibilmente del tutto sani di cervello, furono decapitate nel 1775 e nel 1782, una in Germania e l’altra in Svizzera».
Turbamenti mentali Convinto di conoscere benissimo le misure del corpo umano, soffrì di un delirio paranoide