Ha pesato il ricordo del 7-1
Il risultato è buono, la partita intensa ma un po’ ripetitiva, a tratti noiosa. Quando non si aprono i solisti, il Barcellona sembra una conversazione lenta, sempre la stessa. E i solisti stavolta erano molto isolati, dispersi nella folla della difesa romanista. La Roma ha scelto di chiudersi, tranne nel finale ha raramente passato la metà campo. È probabilmente l’unico modo per arginare il Barcellona, ma racconta poco sulla qualità definitiva della squadra. Ha trovato un punto che può essere determinante nella corsa con il Bayer Leverkusen, ha fatto anche una prestazione forte, solo un po’ retrò, ha rinunciato quasi sempre a giocare, per chiudere gli avversari ha chiuso anche se stessa. Dzeko non ha avuto un pallone, la costruzione del gioco di attacco era affidata agli scatti profondi di Salah che partiva dalla sua metà campo. Non molto altro ha fatto il Barcellona, sempre con il pallone al piede, sempre a cercare uno spazio che non trovava. Il vero spettacolo è stata l’emozione per il risultato, la gente prima impaurita, poi via via più fiduciosa, rimessa in partita dal fantastico gol di Florenzi, ormai uno dei migliori giocatori europei. Ma vista da fuori la partita è rimasta inespressa, sempre soffocata sul nascere dal tiki taka del Barcellona a cui la Roma si è volentieri rassegnata. Questo è l’unico neo, la Roma ha fermato il grande avversario senza cercare di batterlo. Dietro al punto europeo c’è una piccola delusione per una dimensione da squadra diversa ancora rimandata. Mi aspettavo una partita più spregiudicata, la Roma ne ha le qualità. Si è fermata solo ad aspettare. Pesava ancora il 7-1 con il Bayern dello scorso anno. Ma questa è una Roma migliore, poteva permettersi qualcosa di più. È questa convinzione che toglie qualcosa ha un ottimo risultato.