Corriere della Sera

Roma in corsa, l’avversaria vera è Parigi

L’Olimpiade sarà assegnata tra 2 anni. Montezemol­o: «L’uomo al centro del nostro progetto»

- Flavio Vanetti Ernesto Menicucci

prima Gentile (due schiacciat­e di rabbia) e poi Bargnani, tornato a trovare il canestro (47-48). L’altalena riprende, ma un esaltante parziale (trepunti del Gallo e subito dopo di Belinelli, più due ciuff di fila di Bargnani) illuminano d’azzurro un paio di minuti (59-54, 28’). La pecca dei nostri è di non capitalizz­are, però è brava anche la Lituania a farcela pagare: è di nuovo meno uno (59-60, 30’). Il destino di questa sfida è in volata. La lanciano lunga Milaknis e il ferale Kuzminskas (63-68): l’Italia, che va in deficit di mira dalla distanza a differenza degli avversari, mostra il ventre molle anche nelle penetrazio­ni (Maciulis, 72-67). Però c’è Bargnani a sostenerla e a trascinarl­a fino al pareggio: 74-74, 37’. È la roulette, che pretende l’overtime: Gallinari prima non può andare

Delusione Gallinari: «Bravi loro, ma mi sono rotto di perdere...». Oggi con i cechi per puntare a Rio

in lunetta (ferita a un braccio) e poi, medicato, torna e firma il pari a quota 79. Maciulis sbaglia, l’Italia ci prova sulla sirena ma Gentile s’incarta nell’angolo e Belinelli manca la magia. Il supplement­are è una danza con il fuoco. E come nel 2013 ci scottiamo noi. Azzurra spera con il furore del Gallo e con una tripla di Beli. Ma Valanciaun­as e Kalnietis chiudono. Niente Serbia, niente semifinale: oggi affrontiam­o i cechi per tenere almeno a tiro i Giochi di Rio. Battaglia I lituani Mantas Kalnietis e Renaldas Seibutis sulla palla inutilment­e contrastat­i da Danilo Gallinari in una delle tante mischie sotto canestro (Afp) di esserci, onorati di avere accanto avversari così importanti. Adesso comincia la vera sfida, dura, leale, anche complicata, ma noi siamo pronti ad andare fino in fondo con l’esperienza alle spalle di un’Olimpiade, quella del 60, che ha segnato la storia di questi Giochi». E ancora: «Abbiamo un progetto importante che mette al centro l’uomo, nella piena trasparenz­a dei processi decisional­i. Roma e l’Italia hanno carte importanti da giocarsi, un patrimonio di bellezza e cultura ineguaglia­bili». Il sindaco Marino twitta: «Ora tutti insieme al lavoro per Roma 2024». Montezemol­o aggiunge: «Grazie all’Olimpiade del ‘60 abbiamo il 70% degli impianti e altri ne possiamo fare provvisori». Il presidente del Comitato promotore pensa già alle location: «Lotta greco-romana a Caracalla, arrivo della maratona al Colosseo. E vorremmo risistemar­e il Tevere».

Da oggi, dunque, si parte. Anche se già qualcuno (vedi Alan Abrahamson, membro della commission­e stampa Cio) adombra la possibilit­à che, delle cinque città partite, qualcuna potrebbe anche ritirarsi. Ad Amburgo, a novembre, c’è il referendum. Budapest non pare avere reali chance. E Roma? A sostegno della candidatur­a scendono in campo sei «super-campioni»: Federica Pellegrini, Flavia Pennetta, Alberto Tomba, Alessandra Sensini, Yuri Chechi e Fiona May. Basterà?

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