«Denis decide per me» Promesse e trattative tra i corridoi e la buvette La campana Longo (Ala): incarichi? A questi aspetti pensa Verdini E l’alfaniano Gentile, ex sottosegretario: non chiedo nulla, però...
Madama. Però al cellulare risponde subito.
«Eh sì, sono proprio ore convulse...».
Senatrice, quando sarà il momento, come voterà?
«Posso dirle che il mio voto aiuterà Matteo Renzi a riformare questo Paese».
Ricordo male o lei, circa un anno fa, gli votò contro e...
«Ricorda benissimo! Però nel frattempo, beh, sa com’è, ho cambiato idea...». Ma davvero? «Sì sì... Vede, a me piace proprio tanto il progetto di governo riformista e liberale che propone Renzi... E non solo: di lui mi piace anche il fatto che non ha mezza goccia di sangue comunista nelle vene...».
Gira voce le piaccia anche l’incarico che le sarebbe stato promesso: presidente commissione Infrastrutture...
«Alt! Di questo però non posso parlare». È un bell’incarico... «Sì, certo: ma non spetta a me decidere certe cose...». E a chi spetta? «Come a chi? A Verdini! È lui che pensa a questi aspetti... Perché no, dico: qui si tratta di passare con la maggioranza, di fare un’operazione politica di altissimo livello...».
Di nuovo nel salone Garibaldi. Le due del pomeriggio. Di nuovo compare l’anima pia di prima.
«Che ti ha detto la Longo? Ah ah ah! Tu mi devi sempre ascoltare. Anzi, se posso darti un’altra dritta: ora devi sentire Gentile, uno dei grandi capi di Ncd...».
(Antonio Gentile, 65 anni, da Cosenza: ex socialista, poi berlusconiano e adesso con Angelino Alfano: capace di spostare vagoni di voti in Calabria, tra polemiche roventi fu nominato da Renzi sottosegretario alle Infrastrutture: si dimise travolto dal sospetto di aver fatto pressioni su L’Ora della Calabria, affinché non pubblicasse alcune notizie riguardanti suo figlio).
«Assassinarono un gabbiano!».
Il gabbiano era lei? La giornata Tre momenti d’Aula, ieri al Senato, durante la discussione sul ddl BoschiRenzi: il capogruppo di Ap Renato Schifani con il ministro Maria Elena Boschi;
la dem Anna Finocchiaro con l’azzurro Franco Carraro;
Paolo Romani, capogruppo di FI, con Denis Verdini del gruppo Ala
«Certo che sì! Il mio volo politico così pulito e leggero... e loro bum!, mi abbatterono...».
Se posso, direi che fu una vicenda piuttosto ruvida...
«Ma io sono un uomo vero! E adesso non chiedo niente!».
No, ecco, infatti: perché sembra che per lei ci sarebbe la possibilità di essere reintegrato nel ruolo di sottosegretario...
«Una specie di risarcimento...». Una specie. «Ma non sono io a chiedere! Io non chiedo! Dev’essere chiaro che tutti i voti che darò, li darò per il bene dell’Italia, un Paese che dev’essere riformato con urgenza e senza indugi! Capito?». Sì, certo, capito. Intanto ripassa la Finocchiaro. Camminata decisa, stavolta i cronisti girano alla larga. Corradino Mineo la osserva da lontano più torvo, più disgustato del solito, e dice che «allora tanto vale avere una sola Camera, piuttosto che mettere su un mostro, un colossale pasticcio costituzionale. Presenterò un emendamento soppressivo del Senato».
Tira su con il naso, s’infila la mano tra i capelli ricci e bianchi e arriva la notizia che Luca Lotti, poco fa — alle 15,10 — è stato visto confabulare con Francesco Nitto Palma, presidente
La battuta Naccarato: per entrare in maggioranza presto ci saranno soltanto posti in piedi
della Commissione Giustizia ed ex guardia scelta berlusconiana, ora colpito — dicono — dal fastidio di essere in un partito dove il Cavaliere conta molto meno (a giugno fu addirittura costretto a smentire la notizia delle sue dimissioni). Erano davanti alla sede del Banco di Napoli, in via del Parlamento.
La domanda è: che gli avrà detto Lotti? (Nemmeno a fare una telefonata a Nitto Palma, tipo fumantino, capacissimo di trattarti male).
Roberto Ruta invece non risponde.
Ruta — senatore pd vicino a Giuseppe Fioroni, un molisano mite che non ha mai voluto arruolarsi con i renziani — sembra sia stato addirittura convocato a Palazzo Chigi.
Magari poi la smentiscono, però cominciano a girare storie così.
Si volta il senatore Paolo Naccarato: «Vedrete... per entrare in maggioranza, presto, ci saranno solo posti in piedi».