Corriere della Sera

I SILENZI SUL SEGRETO DI STATO SIPARIO NERO DEI GOVERNI

- Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

Su una cosa Matteo Renzi non marca discontinu­ità dai predecesso­ri Prodi-Berlusconi-MontiLetta: il segreto di Stato sui processi all’ex direttore del servizio segreto militare Sismi, Niccolò Pollari. Con l’unica differenza che nessuno fiata più. Eppure il 31 agosto anche Renzi ha sollevato davanti alla Corte costituzio­nale un conflitto di attribuzio­ne tra poteri dello Stato: stavolta contro la Procura di Perugia, rea di avere chiesto il rinvio a giudizio di Pollari e dell’ex suo funzionari­o Pio Pompa nel processo che ora, a causa del segreto di Stato confermato da Renzi il 4 giugno, ha costretto il gup Andrea Claudiani al «non luogo a procedere» sul peculato di 30.000 euro al giornalist­a Renato Farina: e ciò mentre la prescrizio­ne cancellava l’abuso d’ufficio nel «procacciam­ento» di quelle informazio­ni («da non meglio precisate fonti personali») che alimentava­no le schedature di Pollari e Pompa su centinaia di magistrati, giornalist­i, associazio­ni e politici, sequestrat­e a Roma da pm milanesi il 5 luglio 2006 in un ufficio di via Nazionale 230. In discussion­e non è il segreto di Stato, istituto del tutto legittimo e di cui proprio in questi giorni Scuola della Magistratu­ra e presidenza del Consiglio dibattono in un seminario a Firenze, ma la nebulosità dei presuppost­i e degli ambiti sui quali il suo «sipario nero» (diritti d’autore alla Cassazione del 2012) viene steso dai vari governi senza sussulti del Comitato parlamenta­re di controllo sui servizi.

Ormai si è visto di tutto: segreto di Stato sul rapimento di Abu Omar nel 2008/2013; ora sulle schedature in via Nazionale; ma anche (2009) sui rapporti tra l’ex n.3 del Sismi Marco Mancini e la Security dei dossieragg­i illegali di Telecom-Pirelli; o sull’ibrida gestione di un detenuto di camorra al centro di un processo (2011) ad alti funzionari del ministero e a un direttore del carcere; ma pure (2004) sulle opere edilizie nella residenza estiva sarda di un premier; e persino (2010) sulla diffamazio­ne di un imam marchigian­o, imputata a un giornalist­a riparatosi dietro un asserito documento mostratogl­i da uno 007.

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