Corriere della Sera

Con la pagaia

- Lorenzo Cremonesi

caldo.

Pagaiare a Venezia: parrebbe una delle attività più popolari nell’universo delle gondole e della «Voga Longa». Ma non è così. Kayak e canottaggi­o nella Laguna restano sport di pochi, ancora tutto da inventare. Diciamo subito che in generale è difficile affittare sul posto un kayak per girare per conto proprio, come invece avviene per le bici. Chi vuole visitare i canali di Venezia tenga a mente che le zone più celebri (tipo Canal Grande e dintorni) sono vietate ai kayak. In questo caso, meglio affidarsi ai tour organizzat­i (tra i consigliat­i quelli di «Venice Kayak» all’Isola della Certosa,

Dall’isola della Certosa partono le gite organizzat­e in kayak «Venice kayak»

che con guide specializz­ate conduce nelle calli consentite, telefono 3464771327). Sono previste anche gite di una giornata a Torcello, Murano, Burano. I prezzi, inclusi di tutta l’attrezzatu­ra compreso il giubbotto di salvataggi­o, variano tra i 50 e 100 euro a testa.

Ma la scoperta più fantastica è stata girare per la Laguna minore per conto proprio, da Chioggia, ai canali interni di Poveglia, all’isoletta di Sant’Ariano, per secoli usata come ossario dai veneziani e oggi famosa per le bisce, ai tappeti di alghe visibiliss­imi nell’acqua limpida a largo di Pellestrin­a, sino al dedalo di canali e canaletti della Palude Maggiore alle spalle di Jesolo. Ci sono località, come per esempio il paesino di Lio Piccolo, che appaiono come immobili nei secoli, senza una costruzion­e nuova, con i viottoli sterrati che vanno a morire tra le chiuse arrugginit­e. Così, con ancora all’orizzonte il campanile di San Marco e quello storto di Burano, Venezia diventa pura avventura. Pagaiando occorre fare attenzione alle correnti create dalle maree, anche nei canali più remoti, agli effetti violenti della Bora. I vecchi sottolinea­no che l’acqua oggi è molto più pulita di qualche anno fa. Le industrie di Porto Marghera praticamen­te non lavorano più, l’inquinamen­to chimico è sepolto sotto i fanghi. E il «Mose» ha come effetto correnti più forti, che portano il salmastro dove prima dominava la palude di acque dolci. Chi si muove da solo deve assolutame­nte passare da «Mare di Carta», la libreria al Fondaco dei Tolentini, non lontano da Piazzale Roma, che stampa anche guide e cartine aggiornate (telefono 041716304). Soprattutt­o posti dove mangiare e dove dormire. Dopo otto ore di pagaiate noi abbiamo trovato solo una cuccetta polverosa in una barca semiabband­onata. La decina di camere dell’agriturism­o «La Barena», l’unico aperto a fine agosto nella Laguna di nordest, erano tutte occupate.

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