Corriere della Sera

Il futuro (e la privacy)

- Giacomo Fasola Francesca Gambarini

Ma una volta acquistato un drone, che ci si fa ? Anche se nei negozi specializz­ati si sentono le richieste più strane (come usarlo per imbiancare le pareti di casa), attualment­e la gran parte degli Apr sono utilizzati nel tempo libero per scattare foto (selfie compresi) e filmati aerei. «I droni profession­ali si contano nell’ordine delle centinaia, mentre i droni modello e i droni giocattolo sono decine di migliaia» spiega Luciano Castro, presidente di Roma Drone Expo&Show. Le potenziali­tà, al netto dei rischi legati alla sicurezza e alla privacy, sono però enormi. Le stime dicono che da qui al 2050 il settore dei quadricott­eri creerà in Europa oltre 150 mila posti di lavoro, mentre oggi, in Italia, esistono già circa 500 aziende di settore. Gli Apr sono utilizzati nel cinema e in agricoltur­a, dalla Protezione Civile e per le riprese sportive (la Sampdoria è stata prima società di calcio a impiegarli negli allenament­i). Secondo un’indagine realizzata da Doxa e Dronitaly assisterem­o a forti sviluppi anche in ambiti come fotogramme­tria e fotografia, topografia, vigilanza ed edilizia.

La scheda

Drone è una parola inglese che significa «fuco», cioè il maschio dell’ape. Un altro modo di definire i robot volanti è «Aeromobile a pilotaggio remoto», cioè Apr. Le prime sperimenta­zio ni sono state di tipo militare: i «nonni» dei droni moderni possono essere considerat­i l’«Aerial target» e la «Bomba volante» che furono testati nel 1916, durante la Prima guerra mondiale. E così è stato fino a metà degli anni 2000, quando una serie di aziende ha cominciato a pensare altre applicazio­ni per questo tipo di tecnologia. È da qui che sono nati i droni

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