Franchini lascia Mondadori e passa a Giunti
Lavorò sui testi di Giordano, Piperno e Saviano: l’editor dei successi italiani dirigerà la casa fiorentina
Mentre è ancora in corso di definizione la trattativa per l’acquisizione di Rcs Libri, continua la riorganizzazione in casa Mondadori che perde uno dei suoi uomini più importanti. Antonio Franchini andrà a occupare la poltrona di direttore editoriale di Giunti.
Napoletano, 57 anni, appassionato di boxe, scrittore lui stesso (L’abusivo, Cronaca della fine, Gladiatori), Franchini è l’editor che ha lanciato alcuni degli autori di maggior successo degli ultimi anni, da Paolo Giordano che con lui esordì a 25 anni con La solitudine dei numeri primi ad Alessandro Piperno (Con le peggiori intenzioni) e Roberto Saviano (Gomorra). Da tempo si sapeva di una certa stanchezza di rapporti tra il responsabile della narrativa italiana e i vertici della casa editrice, anche se da Mondadori non arrivano commenti ufficiali. Confermano invece il nuovo matrimonio Giunti e lo stesso Franchini, raggiunto al telefono mentre è in viaggio verso Pordenone dove incontrerà alcuni dei «suoi» autori, come Mauro Corona, Alessandro D’Avenia, Daria Bignardi. «La fusione — sgombra subito il campo — non c’entra. Devo dire, anche a mio disdoro, che ho scarsissima sensibilità politica e di queste vicende me ne sono sempre fregato. Mi interessa leggere dattiloscritti, vederli diventare libri, lavorare sul testo». Franchini ha trascorso 29 anni in Mondadori: «Professionalmente sono una vita, anzi forse due. Me ne vado perché ho voglia di fare qualcosa di diverso e l’idea di lavorare a un progetto come quello di Giunti, con la possibilità di gestire qualcosa di nuovo, mi attira. Giunti è un marchio importante, storico, molto forte nella Scolastica e nei ragazzi, che ora sta cercando di rafforzarsi anche nell’area Trade».
Da qualche tempo la casa editrice di Firenze ha deciso di investire nella narrativa, anche di intrattenimento, avvalendosi della collaborazione di Benedetta Centovalli, direttrice della collana italiana. «È un marchio che ha vissuto molte stagioni, ci hanno lavorato Enzo Siciliano, Raffaele Crovi, tanti nomi importanti». E a Segrate? «In Mondadori lascio un bello staff, con persone molto brave, anche giovani, alcune delle quali formate da me, nei limiti in cui posso formare qualcuno».