ANTICHI FASTI
CON LA BIENNALE D’ANTIQUARIATO FIRENZE VUOLE RICONQUISTARE LA MONDANITÀ INTERNAZIONALE
L’appuntamento Si apre il 26 settembre alla Fortezza da Basso la rassegna italiana più prestigiosa che per molti anni è stata non solo un’occasione di business ma anche una passerella di star. Per la nuova dirigenza, un binomio indispensabile
Le leggende, non solo fiorentine, sulla Biennale d’Antiquariato «più mondana, ma anche più internazionale» del mondo si sprecano: cene placée sull’Altana di Palazzo Strozzi, con tanto di vista sulle colline (quella di Fiesole o quella del Piazzale, dipendeva dal posto che toccava in sorta); apparecchiature simil medicee; abiti eleganti ma sobri secondo il costume delle dame locali (al massimo qualche gioiello di famiglia e qualche vestito che brillasse un po’); black-tie, ma con giacca bianca perché era pur sempre fine estate e a Firenze fa sempre caldo, per gli uomini.
Prima di essere spostata, anche se solo per poco tempo, nei più anonimi spazi della Fortezza da Basso, palcoscenico della moda, ogni Biennale dell’Antiquariato era insomma un’occasione di «fare bottega» ma anche di grande mondanità, che lasciava quasi di stucco il resto della città, abituata a lasciarsi passare addosso tutto o quasi, ma che non poteva ignorare che tra gli stand inventati dai Bellini (gli antiquari che quella Biennale l’avevano pensata e fisicamente messa in piedi) passassero anche «la spumeggiante Josephine Baker, la divina Greta Garbo, l’esplosiva Sofia Loren, il regista e attore americano John Huston, l’altera Silvano Mangano accompagnata da Mauro Bolognini, la garbata Paulette Goddard con Erich Maria Remarque». Già, l’idea di rimettere in moto quella macchina commerciale ma anche mondana non dispiace affatto a Fabrizio Moretti (classe 1976, figlio d’arte, nato a Prato, gallerie a Firenze, Londra, New York) nuovo segretario generale della Biennale (la numero 29), succeduto a Giovanni Pratesi, «con cui c’è stata grande intesa». Perché, spiega Moretti, «questa Biennale dovrà essere un piccolo grande museo in vendita, ma anche un palcoscenico di mondanità. Così potremmo attrarre una clientela ancora più internazionale che verrà alle feste ma che comprerà anche di più e meglio. D’altra parte c’è forse un palcoscenico più bello di questo?».
A Pier Luigi Pizzi ha dunque chiesto per il Palazzo Corsini sull’Arno, ormai sede acquisita della manifestazione, una scenografia monumentale e di grande effetto (da non perdere, comunque, un’occhiata al grande scalone del Palazzo appena restaurato). E tanto accentuare l’idea di un luogo perfetto per chi ama l’antiquariato d’eccellenza Moretti ha trasformato il Salone del Trono, realizzato da Antonio Maria Ferri tra il 1684 e il 1696,da spazio espositivo, come nelle precedenti edizioni, in un luogo di incontro, relax e intrattenimento.
«Una grande partita a scacchi — così Moretti definisce la situazione attuale del settore — da giocare in un momento molto complicato dal punto di vista economico. Ma l’antiquariato di qualità continua a essere un bene di rifugio, un investimento su noi stessi, in quanto italiani». Perché tra gli ottantotto mercanti d’arte antica e moderna che arriveranno a Palazzo Corsini (di cui ventisette stranieri con una delegazione di 11 antiquari tedeschi che esporrà in due stand al piano terra una bella selezione di opere d’arte italiana) il Barocco, il Rinascimento, il vedutismo avrà spesso una «firma» made in Italy: «Chi la ama deve sapere che questo è la vetrina più importante, il posto giusto per comprarla» assicura ancora il neosegretario generale.
Ogni singola opera proposta in Biennale sarà, d’altra parte, «severamente vagliata dal Comitato Vetting, completamente rinnovato e composto da 36 esperti internazionali e 10 garanti, con un diverso coordinatore per ciascuna disciplina, mentre la provenienza delle opere è garantita dal Comando del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale».
Ma perché le opere ammesse si fermano al 1979? «È stata una mia scelta. I collezionisti d’arte antica si interessano molto anche al Novecento, ma generalmente non si avventurano fino agli ultimi decenni».
Tra le tante sorprese in programma c’è poi l’arrivo di uno star-artist come Jeff Koons che taglierà, assieme al sindaco Dario Nardella e allo stesso Moretti, il nastro di questa edizione e che proprio il 26 inaugura la sua mostra a Palazzo Vecchio (aperta fino al 28 dicembre).
Ma più che il trasgressivo Koons sembra essere la grande mondanità e l’unicità della scena a dover fare da richiamo per i possibili acquirenti-appassionati internazionali: giovedì 24, dopo la preview per la stampa, cena di benvenuto nel Salone del Trono «in onore degli ospiti con vini delle Cantine Antinori» seguita da uno spettacolo pirotecnico sulla terrazza di Palazzo Corsini. E la tradizione (per fortuna) si rinnova.
Era lo show della buona borghesia. E il resto della città si stupiva della presenza della Garbo
Il nuovo segretario generale Moretti ha chiesto a Pier Luigi Pizzi un allestimento sontuoso