Corriere della Sera

ANTICHI FASTI

CON LA BIENNALE D’ANTIQUARIA­TO FIRENZE VUOLE RICONQUIST­ARE LA MONDANITÀ INTERNAZIO­NALE

- di Stefano Bucci

L’appuntamen­to Si apre il 26 settembre alla Fortezza da Basso la rassegna italiana più prestigios­a che per molti anni è stata non solo un’occasione di business ma anche una passerella di star. Per la nuova dirigenza, un binomio indispensa­bile

Le leggende, non solo fiorentine, sulla Biennale d’Antiquaria­to «più mondana, ma anche più internazio­nale» del mondo si sprecano: cene placée sull’Altana di Palazzo Strozzi, con tanto di vista sulle colline (quella di Fiesole o quella del Piazzale, dipendeva dal posto che toccava in sorta); apparecchi­ature simil medicee; abiti eleganti ma sobri secondo il costume delle dame locali (al massimo qualche gioiello di famiglia e qualche vestito che brillasse un po’); black-tie, ma con giacca bianca perché era pur sempre fine estate e a Firenze fa sempre caldo, per gli uomini.

Prima di essere spostata, anche se solo per poco tempo, nei più anonimi spazi della Fortezza da Basso, palcosceni­co della moda, ogni Biennale dell’Antiquaria­to era insomma un’occasione di «fare bottega» ma anche di grande mondanità, che lasciava quasi di stucco il resto della città, abituata a lasciarsi passare addosso tutto o quasi, ma che non poteva ignorare che tra gli stand inventati dai Bellini (gli antiquari che quella Biennale l’avevano pensata e fisicament­e messa in piedi) passassero anche «la spumeggian­te Josephine Baker, la divina Greta Garbo, l’esplosiva Sofia Loren, il regista e attore americano John Huston, l’altera Silvano Mangano accompagna­ta da Mauro Bolognini, la garbata Paulette Goddard con Erich Maria Remarque». Già, l’idea di rimettere in moto quella macchina commercial­e ma anche mondana non dispiace affatto a Fabrizio Moretti (classe 1976, figlio d’arte, nato a Prato, gallerie a Firenze, Londra, New York) nuovo segretario generale della Biennale (la numero 29), succeduto a Giovanni Pratesi, «con cui c’è stata grande intesa». Perché, spiega Moretti, «questa Biennale dovrà essere un piccolo grande museo in vendita, ma anche un palcosceni­co di mondanità. Così potremmo attrarre una clientela ancora più internazio­nale che verrà alle feste ma che comprerà anche di più e meglio. D’altra parte c’è forse un palcosceni­co più bello di questo?».

A Pier Luigi Pizzi ha dunque chiesto per il Palazzo Corsini sull’Arno, ormai sede acquisita della manifestaz­ione, una scenografi­a monumental­e e di grande effetto (da non perdere, comunque, un’occhiata al grande scalone del Palazzo appena restaurato). E tanto accentuare l’idea di un luogo perfetto per chi ama l’antiquaria­to d’eccellenza Moretti ha trasformat­o il Salone del Trono, realizzato da Antonio Maria Ferri tra il 1684 e il 1696,da spazio espositivo, come nelle precedenti edizioni, in un luogo di incontro, relax e intratteni­mento.

«Una grande partita a scacchi — così Moretti definisce la situazione attuale del settore — da giocare in un momento molto complicato dal punto di vista economico. Ma l’antiquaria­to di qualità continua a essere un bene di rifugio, un investimen­to su noi stessi, in quanto italiani». Perché tra gli ottantotto mercanti d’arte antica e moderna che arriverann­o a Palazzo Corsini (di cui ventisette stranieri con una delegazion­e di 11 antiquari tedeschi che esporrà in due stand al piano terra una bella selezione di opere d’arte italiana) il Barocco, il Rinascimen­to, il vedutismo avrà spesso una «firma» made in Italy: «Chi la ama deve sapere che questo è la vetrina più importante, il posto giusto per comprarla» assicura ancora il neosegreta­rio generale.

Ogni singola opera proposta in Biennale sarà, d’altra parte, «severament­e vagliata dal Comitato Vetting, completame­nte rinnovato e composto da 36 esperti internazio­nali e 10 garanti, con un diverso coordinato­re per ciascuna disciplina, mentre la provenienz­a delle opere è garantita dal Comando del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale».

Ma perché le opere ammesse si fermano al 1979? «È stata una mia scelta. I collezioni­sti d’arte antica si interessan­o molto anche al Novecento, ma generalmen­te non si avventuran­o fino agli ultimi decenni».

Tra le tante sorprese in programma c’è poi l’arrivo di uno star-artist come Jeff Koons che taglierà, assieme al sindaco Dario Nardella e allo stesso Moretti, il nastro di questa edizione e che proprio il 26 inaugura la sua mostra a Palazzo Vecchio (aperta fino al 28 dicembre).

Ma più che il trasgressi­vo Koons sembra essere la grande mondanità e l’unicità della scena a dover fare da richiamo per i possibili acquirenti-appassiona­ti internazio­nali: giovedì 24, dopo la preview per la stampa, cena di benvenuto nel Salone del Trono «in onore degli ospiti con vini delle Cantine Antinori» seguita da uno spettacolo pirotecnic­o sulla terrazza di Palazzo Corsini. E la tradizione (per fortuna) si rinnova.

Era lo show della buona borghesia. E il resto della città si stupiva della presenza della Garbo

Il nuovo segretario generale Moretti ha chiesto a Pier Luigi Pizzi un allestimen­to sontuoso

 ??  ?? La diva Silvana Mangano insieme a Mauro Bolognini e gli antiquari Giovanni Conti e Dino Franzin alla Biennale del 1967
La diva Silvana Mangano insieme a Mauro Bolognini e gli antiquari Giovanni Conti e Dino Franzin alla Biennale del 1967

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy