Corriere della Sera

Quei costosi atenei Usa dai risultati scarsi

- Di Massimo Gaggi

Tra i tanti guai elettorali che affliggono Hillary Clinton, spunta anche una specie di university­gate: da un’indagine sul reale valore del sistema accademico Usa ordinata da Obama, emerge che le università americane, molte delle quali sono tra le migliori del mondo, costano troppo rispetto alle possibilit­à offerte ai loro studenti di accedere a posti di lavoro ben retribuiti. Un problema acuto soprattutt­o per le accademie private «for profit» che si sono moltiplica­te negli ultimi anni: istituzion­i dal marketing aggressivo che promettono una seconda chance a chi non è riuscito a laurearsi in tempo negli atenei pubblici. O a chi fa un lavoro modesto avendo solo il diploma liceale, e vorrebbe migliorare. Chi ascolta queste sirene viene da una fascia della popolazion­e mediamente più vulnerabil­e e a reddito più basso. Spesso si accolla un debito scolastico insostenib­ile mentre questi istituti danno titoli di scarso valore. A volte, poi, svaniscono addirittur­a nel nulla. I repubblica­ni hanno scoperto che uno di questi gruppi, Laureate Internatio­nal Universiti­es, di Baltimora, ha dato negli ultimi cinque anni ben 16,6 milioni di dollari a Bill Clinton per il suo servizio come «cancellier­e onorario» (più alcuni milioni di donazioni alla Clinton Foundation). La Laureate non è uno degli istituti al centro di scandali, ma i suoi costi sono assai elevati e i risultati accademici modesti: meno della metà dei sui allievi riesce a rimborsare i prestiti di studio e in alcuni college del gruppo meno di un terzo degli iscritti arriva alla laurea. Non che la conquista del sospirato pezzo di carta risolva i problemi: solo il 58 per cento di chi ha conseguito un titolo, dopo 10 anni guadagna più della media dei diplomati delle scuole medie superiori. Questo, però, è un problema di tutto il sistema accademico. Negli Usa le università, abilissime a investire a Wall Street, spremere gli ex alunni, raccoglier­e donazioni, faticano a trovare dati sul valore dei loro titoli studio sul mercato del lavoro.

Così ci ha pensato il governo che, abbandonat­o il tentativo di fare classifich­e basate sulla qualità dell’insegnamen­to, si è messo a studiare cosa accade ai laureati dieci anni dopo. Chi esce dalle migliori accademie, da Stanford ad Harvard, certamente ha un vantaggio, ma basta scendere appena di un gradino per trovare atenei che costano quanto quelli al top (anche 70 mila dollari l’anno) ma con metà dei laureati che dopo dieci anni non riescono a guadagnare più dei 25 mila dollari l’anno incassati, in media, dal diplomato di un liceo.

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