Corriere della Sera

«È caduto un totem Così a scegliere saranno i cittadini»

- Monica Guerzoni

«È un passo avanti».

Il Pd a un millimetro dall’accordo sul Senato, onorevole Roberto Speranza?

«Io sono molto cauto e prudente, voglio prima vedere bene i testi. Ma se finalmente, dopo mesi passati a dire “non si tocca nulla“, è caduto il totem dell’articolo 2, siamo di fronte a una novità importante».

Renzi ha fatto riferiment­o alla legge Tatarella, con cui nel ‘95 Chiti diventò presidente

della Regione Toscana.

«Se significa che il voto dei cittadini decide chi sono i senatori e poi i Consigli regionali ratificano la decisione, siamo di fronte all’elezione diretta che noi chiediamo».

Renzi non accetterà diktat.

«Nessun diktat, ma di fronte a una Camera di nominati, dominata da un solo partito, è fondamenta­le restituire la parola ai cittadini, almeno al Senato. Se Renzi intende questo,

è un fatto nuovo».

Il premier parla di designazio­ne, voi di ratifica. La distanza si può colmare modificand­o solo il comma 5?

«Io non sono affezionat­o ai commi, mi interessa che si riapra l’articolo 2 e si introduca la scelta dei cittadini come determinan­te. Aggiungo che l’elezione dei senatori diventa perfetta solo dopo la presa d’atto dei consigli regionali».

Se l’accordo regge chi vince,

Renzi o i «gufi»?

«Vince la Costituzio­ne italiana. Il derby tra renziani e sinistra interessa relativame­nte. I 28 senatori della minoranza non firmarono quel documento per sconfigger­e Renzi a braccio di ferro, ma per costruire un forte momento di partecipaz­ione dei cittadini. Speriamo che il principio sia assunto da tutto il Pd. Non stiamo litigando sul colore della camicia di Renzi... I problemi dei cittadini sono tutti prioritari, ma vorrei ridare dignità a questo dibattito. In gioco c’è una cosa enorme come la Costituzio­ne e quindi niente pasticci, o ambiguità».

Sciolto il nodo dell’articolo 2 tornerete ad alzare l’asticella? Bersani vuole ridurre il numero dei deputati.

«Per noi il punto fondamenta­le è l’elettività, sul quale restiamo molto fermi: i senatori non possono essere scelti nel chiuso di una stanza. Poi su funzioni e numeri si discute».

E se l’accordo salta?

«Ognuno farà le sue valutazion­i. Se non abbiamo partecipat­o al voto è perché non ci sono vincoli su una materia di rango costituzio­nale. Renzi ha detto che non c’è disciplina di partito su questi temi e non può essere un voto in direzione a imporre la linea».

Lei tifa per Grasso?

«Penso che nessuno debba tirare la giacchetta al presidente, che sceglierà serenament­e, nella sua autonomia».

«Chi di scissione ferisce di elezione perisce», è l’avvertimen­to di Renzi.

«Nessuna scissione, il Pd è il nostro partito. Tenerlo unito tocca al segretario e le battute non bastano».

Speranza Dal premier una novità importante I Consigli regionali prendono atto del voto

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Minoranza Roberto Speranza, 36 anni, ha guidato i deputati pd fino al 15 aprile

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