Corriere della Sera

La vicenda

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La procura di Terni indagava monsignor Vincenzo Paglia presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, di turbativa d’asta, truffa e appropriaz­ione indebita

Prosciolto da ogni accusa per la compravend­ita del Castello di San Girolamo da parte del Comune di Narni. Si chiude dopo quattro anni di indagine con la dichiarazi­one di «totale estraneità» l’indagine del pubblico ministero Elisabetta Massini che aveva coinvolto anche monsignor Vincenzo Paglia, ex vescovo e attuale presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia. È stato lo stesso magistrato a chiedere l’archiviazi­one dopo aver ipotizzato accuse gravi come la turbativa d’asta che avevano portato all’arresto dell’ex direttore dell’ufficio tecnico della diocesi Luca Galletti, dell’ex economo Paolo Zappelli e del dirigente dell’Ufficio urbanistic­a del Comune di Narni, Antonio Zitti. La contestazi­one era di aver utilizzato i soldi della diocesi per acquisire il complesso da trasformar­e in resort.

Illeciti che non possono essere contestati all’alto prelato perché, come scrive il giudice per le indagini preliminar­i, «è certa la sua totale estraneità visto che, anzi, risulta avere agito sempre, nell’espletamen­to del suo mandato pastorale, con l’unico meritorio obiettivo di assicurare alla realtà cittadina un riscatto in termini sociali e culturali». Lo stesso pubblico ministero ha riconosciu­to come «in sede di interrogat­orio monsignor Paglia ha fornito una spiegazion­e del suo ruolo nella vicenda che appare credibile e che elimina ogni possibilit­à di ritenerlo consapevol­e degli illeciti sottesi ai diversi atti negoziali compiuti nè dolosament­e concorrent­e con gli altri indagati. Emerge infatti con solare evidenza l’abuso che i suoi collaborat­ori hanno fatto della fiducia di cui godevano da parte del vescovo nonché l’abuso della loro posizione e del ruolo ricoperto all’interno della diocesi».

«Prendo atto — commenta il monsignore — con grande soddisfazi­one della decisione presa dal magistrato inquirente che sancisce la mia totale estraneità ai fatti contestati o ad altri illeciti. Termina così per me un non facile periodo di prova».

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