Il piano della Lega per gli stranieri: test d’italiano e stop classi-ghetto
Stop alle classi «ghetto», quelle con un numero «predominante» di alunni stranieri, e un test d’italiano per gli immigrati che s’iscrivono ai corsi professionali della Regione. Dopo le polemiche per il provvedimento che penalizza gli albergatori che ospitano i profughi, la Lombardia di Roberto Maroni presenta due nuove proposte per disciplinare, questa volta, l’accesso degli stranieri alle scuole e ai corsi di formazione pubblici. La discussione sulla legge regionale che regolamenta la formazione scolastica andrà in discussione oggi al Pirellone. Il primo emendamento firmato dal capogruppo leghista Massimiliano Romeo chiede che la Regione si attribuisca per legge un ruolo di «vigilanza e di controllo» sulla «corretta attuazione» del principio contenuto nella legge nazionale che prescrive di evitare «la costituzione di classi in cui risulti predominante la presenza di alunni stranieri». Il secondo d’introdurre invece «prove selettive propedeutiche all’iscrizione ai corsi di formazione professionale» per verificare la conoscenza della lingua italiana dei «cittadini stranieri che accedono per la prima volta al sistema formativo lombardo». In caso contrario, gli immigrati dovrebbero frequentare un «apposito corso di base di lingua italiana» organizzato dalla stessa Regione ma secondo modalità ancora da definire. Protesta il Pd che sottolinea l’incostituzionalità dei due emendamenti del Carroccio. «Dopo il turismo con la legge che punisce gli albergatori che ospitano i profughi, ora tocca alla scuola. Stop alle nome discriminatorie», attacca il consigliere regionale Fabio Pizzul. Intanto, sul caso degli albergatori puniti per l’accoglienza ai profughi, il deputato pd Vinicio Peluffo ha presentato ieri un’interrogazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano chiedendo d’impugnare la legge lombarda.